OGGETTO: MODIFICA SCIOPERO NAZIONALE PERSONALE DOCENTE, INSEGNANTI DI RELIGIONE (IRC), ATA E DSGA A TEMPO DETERMINATO E INDETERMINATO 17 NOVEMBRE IN CONCENTRAZIONE CON LO SCIOPERO PROCLAMATO
La sottoscritta Organizzazione Sindacale Fe.N.S.I.R., Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca, con sede legale in Bergamo alla via Divisione Tridentina al n. 5 CF 95253070163 legalmente rappresentata dal dott. Giuseppe Favilla C.F. FVLGPP76B16C286B,
VISTA la nota della Commissione di Garanzia dello Sciopero n. 12846 del 02/11/2023, con la quale si chiede a “di revocare e/o riformulare la proclamazione dello sciopero, anche in concentrazione con la data già prescelta per l’effettuazione dello sciopero plurisettoriale”
Visto il verbale n. 530 della seduta del 15 e 16 gennaio 2004 della Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi essenziali che ha stabilito come “l’obbligatorietà dell’esperimento, in via preventiva, del tentativo di conciliazione ai sensi dell’art. 2 comma 2, della legge 146/1990, come modificata dalla legge n. 83/2000, non ricorra nell’ipotesi in cui l’oggetto della vertenza riguardi provvedimenti e iniziative legislative”
INDICE e PROCLAMA
Lo sciopero del personale docente, docente di Religione, Ata, DSGA e DSGA facente funzione, ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato, per l’intera giornata del 17 novembre 2023 in concentrazione con sciopero plurisettoriale già proclamato
MOTIVAZIONI DELLO SCIOPERO
Per il personale docente precario di posto normale:
Il DPCM del 4 agosto 2023 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 settembre relativo ai percorsi abilitanti per il personale precario, questa organizzazione sindacale contesta:
– La mancata gratuità dei percorsi abilitanti
– Gli eccessivi oneri insostenibili per i corsisti a fronte di un percorso di studio e lavorativo che dovrebbe garantire la gratuità dell’accesso alla professione docente;
– Percorsi tortuosi e non finalizzati all’assunzione diretta del personale con 36 mesi di servizio, ma il prolungamento dello stato di precarietà;
– Disparità dei percorsi abilitanti tra i docenti a fronte di professionalità acquisite;
– Per il personale docente a tempo indeterminato in possesso di titoli idonei ingabbiati in gradi di scuola per cui i percorsi diventano onerosi a fronte di un bando di concorso riservato mai espletato nonostante la partecipazione del personale interessato.
Per i docenti di religione cattolica, questa organizzazione sindacale contesta:
– Mancata attuazione dell’art. 20 comma 4 della legge 112/2023, che modifica l’art. 1bis della legge 159/2019 e successive modificazioni, cioè a dire: ad oggi nessun concorso straordinario né ordinario a quasi 20 anni dell’unico concorso del 2004. Il personale docente incaricato annuale di religione cattolica si attesta a 17795, di cui oltre 14500 con oltre 36 mesi di servizio. La norma prevede che solo il 70% dei posti liberi e vacanti nell’organico stabilito dalla legge 186/2003, cioè 4480 saranno destinati ad essere ricoperti da docenti di ruolo mentre 10000 docenti con oltre 36 mesi di servizio dovranno attendere ancora molti anni per ottenere un contratto a tempo indeterminato.
– La legge 79/2022 che prevede il concorso straordinario seppur chiaro nella modalità di esame (metodologico-didattico) e sulla graduatoria ad esaurimento successiva, non prevede con la stessa chiarezza se sia previsto un punteggio minimo. Questa organizzazione sindacale chiede con risolutezza e in modo chiaro che il Decreto previsto dalla stessa norma preveda espressamente una prova orale senza punteggio minimo al fine di garantire l’effettivo debellamento del precariato, considerato comunque l’elevato numero della platea del personale avente diritto a partecipare (14500 IdRC).
– La poca certezza dei posti messi a concorso e per quali regioni. L’organico risulta in alcune regioni scoperto per oltre il 75%, chiediamo che venga previsto un concorso per tutte le regioni anche per quelle regioni in cui oggi non sono presenti posti in organico.
– La legge 159/2019 all’art. 1bis comma 3 prevede lo scorrimento delle graduatorie del concorso del 2004. Chiediamo che il personale di religione idoneo concorsuale possa vedersi riconosciuto il proprio posto occupato in qualità di incaricato annuale, in deroga alla legge 186/2003, come utile all’assunzione a tempo indeterminato.
Per tutto il personale della scuola docente, docente di religione, personale educativo e ATA contestiamo:
– Irrisori riconoscimenti contrattuali a fronte di proclami. Gli aumenti sembrano essere consistenti a fronte del taglio del cuneo fiscale. Effettivamente gli aumenti si attestano, con la firma definitiva del contratto, a circa 124 euro medi, poco più di 80 euro netti in busta paga. L’inflazione galoppante purtroppo supera di gran lunga il riconoscimento economico contrattuale, tra l’altro scaduto ormai da 2 anni e il nuovo contratto, nonostante gli annunci del Ministro, non ha ancora i fondi necessari e sufficienti per un riconoscimento dignitoso delle professionalità della scuola.
– Chiediamo a gran voce che il nuovo Contratto rappresenti a pieno le professionalità della scuola; valorizzi il personale docente ed equipari gli stipendi agli standard europei con un aumento mensile medio di duecento euro. Riconosca al personale ATA un aumento proporzionato al profilo e standardizzato alle ore di lavoro, è impensabile che un dipendente con 36 ore settimanali percepisca al netto poco più di 1100 euro mensili. È giusto che il personale collaboratore scolastico, amministrativo e tecnico, nonché ai DSGA, a fronte anche delle nuove incombenze previste dal CCNL in attesa di firma definitiva, venga riconosciuto un congruo riconoscimento economico al fine di standardizzarlo agli importi europei.
Per tutti questi motivi proclamiamo lo stato immediato di agitazione e lo
SCIOPERO
per l’intera giornata del 17 novembre 2023