Apprendiamo dal sito Tuttolavoro24 che, a partire dal mese di marzo 2025, emergono nuove e rilevanti criticità che riguardano il personale ATA delle scuole italiane. Nonostante le promesse legate al rinnovo contrattuale e alla riforma dell’ordinamento professionale, i benefici economici per questa categoria rimangono deboli, se non addirittura inesistenti.
La riforma del sistema ATA: più struttura, meno sostanza
Con l’entrata in vigore del nuovo ordinamento ATA dal 1° maggio 2024, il personale è stato suddiviso in quattro aree professionali (Collaboratori, Operatori, Assistenti e Funzionari), con l’obiettivo dichiarato di valorizzare le competenze e differenziare meglio i ruoli. Tuttavia, come riportato da Tuttolavoro24, i compensi annuali lordi risultano praticamente invariati rispetto al precedente sistema, rendendo evidente che non si è trattato di una vera riforma retributiva, ma piuttosto di una riorganizzazione formale senza impatti concreti sugli stipendi.
Una perdita reale di potere d’acquisto
Il sito sottolinea inoltre che, tra il 2022 e il 2024, l’inflazione ha eroso pesantemente il potere d’acquisto del personale scolastico. Gli aumenti previsti nel triennio sono stimati attorno al 6%, a fronte di un’inflazione complessiva che ha superato il 17% nel medesimo arco di tempo. Anche l’anticipo contrattuale in busta paga da gennaio 2025 si dimostra insufficiente a colmare questo divario.
Errori nei cedolini e complicazioni burocratiche
Sempre a marzo, molti dipendenti ATA hanno segnalato errori nei cedolini NoiPA, che hanno generato situazioni paradossali: in alcuni casi, i lavoratori si sono ritrovati con un debito da restituire di oltre 700 euro e, contemporaneamente, un credito simile, con le operazioni di recupero e accredito concentrate nel mese di marzo. Una gestione che ha aumentato il senso di incertezza e disorganizzazione tra il personale.
Favilla (FeNSIR): “Colpiti i più deboli del sistema scolastico”
A intervenire con forza è Giuseppe Favilla, Segretario Generale della FeNSIR, che denuncia una situazione ormai insostenibile:
“Non è la prima volta che il personale della scuola risulta essere vittima dei calcoli ragionieristici della Ragioneria dello Stato. Questa volta ad essere colpito è il personale ATA e la loro retribuzione, la più bassa di tutta la pubblica amministrazione.”
Favilla sottolinea come la politica economica continui a sacrificare proprio i lavoratori più fragili, quelli che ogni giorno garantiscono il funzionamento delle scuole, spesso in silenzio e con grande professionalità.
Serve un cambio di rotta Alla luce di queste criticità, diventa urgente un intervento strutturale che non si limiti a meri giochi di bilancio, ma che riconosca davvero il valore del personale ATA. È necessario un impegno concreto per garantire aumenti salariali reali, certezze contrattuali e una riforma che non sia solo sulla carta, ma nella vita quotidiana dei lavoratori della scuola.