Contratto scuola 2022-2024: aumenti minimi e arretrati dimezzati. Favilla (Fensir): “Servono risposte concrete, anche sui buoni pasto”
Mentre il contratto scuola 2022-2024 sembra essere avviato, cresce il malcontento tra il personale scolastico. Le attese di una svolta significativa sul fronte economico sembrano destinate a restare deluse. A lanciare l’allarme è Giuseppe Favilla, Segretario Nazionale della Fensir, che parla senza mezzi termini di “aumenti quasi impercettibili” e di arretrati fortemente ridimensionati.
Secondo Favilla, infatti, gli arretrati attesi saranno quasi dimezzati a causa dell’anticipo contrattuale già erogato nei mesi scorsi e della Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC), che nel frattempo ha coperto parzialmente l’assenza del nuovo accordo. Il risultato? Un aumento mensile che, a conti fatti, si aggirerà sui 80-90 euro lordi, cifra che difficilmente potrà restituire dignità salariale a una delle categorie professionali più penalizzate del settore pubblico.
Aumenti ben al di sotto dell’inflazione
“Si continua con una logica di piccoli passi, con aumenti dati a gocciole – denuncia Favilla – e calcolati su parametri ben lontani dalla realtà economica del Paese.” Il segretario della Fensir ricorda infatti come l’inflazione reale abbia raggiunto il 17%, mentre gli aumenti previsti dal contratto si fermano a un modesto 6%, lasciando di fatto inalterato (se non peggiorato) il potere d’acquisto dei lavoratori della scuola.
“I docenti restano una categoria povera – continua – nonostante si tratti di una professione che richiede alta qualificazione, responsabilità, aggiornamento continuo. E lo stesso vale per il personale ATA, spesso dimenticato nei ragionamenti politici.”
Buoni pasto: serve una svolta, anche per la formazione
Accanto alla questione salariale, Favilla lancia una proposta concreta: monetizzare i buoni pasto trasformandoli in una voce accessoria non tassata, inserita direttamente in busta paga. “Oggi il personale scolastico non beneficia di un diritto basilare come quello al buono pasto – sottolinea – ma esistono modalità innovative che potrebbero cambiare la situazione.”
L’idea è quella di creare un “borsellino elettronico” o una card dedicata, che consenta al personale di utilizzare questa voce accessoria non solo per la consumazione dei pasti, ma anche per la formazione professionale, spesso totalmente a carico dei lavoratori. “Un assegno accessorio così anche per la formazione, erogato mensilmente per 12 mensilità, potrebbe ammontare a circa 300 euro al mese. Una cifra che, seppur vincolata nell’utilizzo, garantirebbe maggiore libertà e dignità al personale”.
“Bisogna studiare le modalità,” conclude Favilla, “ma l’idea di un buono flessibile, spendibile in maniera libera e tracciata, sarebbe una risposta concreta a bisogni reali: alimentazione, benessere, aggiornamento professionale.”
Il tempo delle promesse è finito
Il contratto scuola 2022-2024 rischia di diventare l’ennesima occasione mancata, con aumenti che non colmano il divario accumulato negli ultimi anni e senza misure innovative capaci di incidere sul benessere e sulla motivazione del personale. La proposta della Fensir sui buoni pasto e sulla formazione rappresenta un esempio di come si possa pensare in modo moderno e flessibile e possibile.
Per molti lavoratori della scuola, più che un rinnovo, questo sembra solo un compromesso al ribasso. E il rischio è che, in assenza di interventi strutturali, anche questo contratto finisca per generare più disillusione che soddisfazione.