La recente introduzione dei corsi di specializzazione sul sostegno organizzati dall’INDIRE ha generato un acceso dibattito tra i vari attori del mondo scolastico italiano. Mentre alcuni vedono in questi percorsi una soluzione efficace per rispondere alla carenza di docenti specializzati, altri sollevano preoccupazioni riguardo alla qualità della formazione e alle implicazioni per chi ha seguito percorsi tradizionali.
Questi percorsi, destinati a docenti con almeno tre anni di servizio sul sostegno o in possesso di titoli esteri in attesa di riconoscimento, differiscono significativamente dal tradizionale TFA (Tirocinio Formativo Attivo) sia per struttura che per requisiti. Il TFA prevede un percorso di 60 CFU, con prove selettive, attività didattiche teoriche, tirocinio pratico di 300 ore e un esame finale complesso. Al contrario, i corsi INDIRE richiedono l’acquisizione di 30 CFU, con un impegno ridotto sia in termini di tempo che di contenuti. Questa discrepanza ha sollevato preoccupazioni tra i docenti già specializzati tramite TFA, i quali temono che l’equivalenza formale tra i due percorsi possa ridurre il valore e la qualità riconosciuta al loro titolo, creando disparità e mettendo in discussione la coerenza del sistema formativo.
Giuseppe Favilla, segretario generale della FeNSIR, ha espresso perplessità riguardo ai corsi INDIRE, sottolineando come questi rappresentino una sorta di “sconto” applicato ai percorsi di specializzazione, rischiando di compromettere la qualità della formazione. Favilla evidenzia inoltre che l’affidamento dei corsi all’INDIRE, originariamente competente in materia di documentazione e ricerca educativa, potrebbe non garantire gli standard formativi necessari per una preparazione adeguata degli insegnanti di sostegno.
Ha inoltre riconosciuto le critiche mosse da coloro che hanno ottenuto il TFA sostegno attraverso prove selettive rigorose, affermando:
“Siamo consapevoli delle critiche mosse da tutti coloro che hanno ottenuto il TFA sostegno a seguito di una prova preselettiva e una prova scritta e orale. Il nuovo percorso lascia l’amaro in bocca a molti docenti già specializzati. Per questo sono nati Comitati di docenti specializzati contro, ma non possiamo disconoscere che al contempo sono nati anche comitati a favore… una situazione difficile… una guerra tra poveri”
Favilla ha poi evidenziato il contesto normativo che sta accompagnando questa riforma, con il nuovo decreto sulla continuità didattica del docente di sostegno, una misura accolta positivamente da molti genitori e, in alcuni casi, dagli stessi studenti con disabilità. Tuttavia, ha sottolineato che questa situazione deve essere letta alla luce dei mutamenti sociali e della storia recente della scuola italiana, ricordando le numerose procedure assunzionali straordinarie con cui negli anni passati sono stati valorizzati professionisti dell’educazione con lunga esperienza sul campo.
“Risolvere il precariato non ce lo chiede solo l’Europa, ma è anche una questione di dignità.”
Il dibattito sui corsi INDIRE evidenzia una forte divisione tra chi ritiene necessario un percorso rapido per sanare la carenza di docenti specializzati e chi teme una svalutazione della qualità della formazione. Mentre alcuni vedono questa misura come un passo necessario per rispondere a esigenze immediate del sistema scolastico, altri la considerano un rischio per l’inclusione scolastica e la professionalità degli insegnanti di sostegno.
Per trovare un punto di equilibrio tra le diverse posizioni, la FeNSIR propone l’istituzione di un Tavolo Tecnico sulla Qualità dei corsi di Specializzazione sul sostegno, con il compito di individuare soluzioni condivise tra le parti in causa. Questo organismo dovrebbe riunire rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, delle università, dei sindacati, delle associazioni di docenti e delle famiglie, al fine di garantire un percorso di formazione che tuteli la qualità della specializzazione, senza pregiudicare né i docenti già qualificati né l’urgenza di garantire insegnanti specializzati nelle scuole.
Analizziamo quali sono i vincoli alla mobilità dei docenti e le relative deroghe previste dal nuovo Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) valido per il triennio 2025/2028.
Vincoli triennali
Sono individuati due principali vincoli che limitano la possibilità di presentare domanda di mobilità:
Vincolo su domanda di mobilità soddisfatta: questo vincolo riguarda i docenti che, avendo espresso una specifica sede nella domanda di mobilità territoriale o professionale, sono stati soddisfatti su tale scuola. In questo caso, non è possibile presentare una nuova domanda di mobilità per il triennio successivo.
Vincolo triennale per i neoimmessi in ruolo: questo vincolo si applica a tutti i docenti assunti a tempo indeterminato o con contratto a tempo determinato finalizzato al ruolo a partire dall’anno scolastico 2023/2024. Questi docenti devono rimanere nella scuola di assegnazione per almeno tre anni, incluso il periodo di prova.
Deroghe ai vincoli
Il CCNI prevede specifiche deroghe che consentono ai docenti vincolati di partecipare alle procedure di mobilità. Le principali categorie che beneficiano di queste deroghe includono:
Genitori di figli minori di 16 anni: i docenti con figli che compiono 16 anni tra il 1° gennaio e il 31 dicembre dell’anno in cui si presenta la domanda possono beneficiare della deroga. Per i genitori adottivi o affidatari, la deroga si applica entro sedici anni dall’ingresso del minore in famiglia e comunque non oltre il raggiungimento della maggiore età.
Docenti con disabilità o che assistono familiari disabili: sono previste deroghe per coloro che si trovano nelle condizioni indicate negli articoli 21 e 33, commi 3, 5 e 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero per chi fruisce dei riposi e permessi previsti dall’art. 42 del decreto legislativo 151/2001.
Coniuge, parte di un’unione civile o convivente di fatto di soggetto con disabilità grave: la deroga si applica anche in questo caso, garantendo la possibilità di partecipare alle procedure di mobilità.
Figli di genitori ultrasessantacinquenni: i docenti figli di genitori che compiono 65 anni tra il 1° gennaio e il 31 dicembre dell’anno in cui si presenta la domanda possono beneficiare della deroga, indipendentemente dall’eventuale invalidità del genitore.
Queste deroghe sono state introdotte per garantire una maggiore flessibilità nelle procedure di mobilità, tenendo conto delle diverse esigenze personali e familiari dei docenti.
Le dichiarazioni della Fensir sulla mobilità
Sulla questione della mobilità dei docenti e del vincolo triennale, è intervenuto Giuseppe Favilla, Segretario Generale della Fensir, il quale ha dichiarato:
“Le domande di mobilità rappresentano un momento essenziale della professione docente o ATA. Inseriti nei ruoli regionali e assegnati a province o scuole lontane dai propri familiari o affetti, spesso si rende necessario interrompere la continuità didattica per ricongiungersi ai propri cari o, perché no, trovare un ambiente vitale che valorizzi la professionalità di ciascuno. Per questo diciamo di no ad ogni forma di vincolo, perché lesivo della libertà personale e professionale e soprattutto, talvolta, diventa causa di stress incidendo pesantemente sulla stessa professione. Auspichiamo per il futuro che il MIM recepisca questa necessità di libertà per il bene degli studenti affidati alla formazione e guida dei docenti”.
Le parole del Segretario Generale della Fensir evidenziano le difficoltà e le criticità dei vincoli imposti alla mobilità dei docenti, auspicando un futuro in cui si possa garantire una maggiore libertà di scelta ai professionisti della scuola.
Giuseppe Favilla, segretario generale della FeNSIR, ha espresso perplessità riguardo ai corsi INDIRE per la specializzazione sul sostegno, evidenziando le diverse criticità di questa misura. Secondo Favilla, il problema della specializzazione sul sostegno è molto più complesso di quanto questi corsi possano risolvere, perché riguarda tre categorie ben distinte di docenti che, seppur accomunate dall’esperienza nell’insegnamento agli alunni con disabilità, hanno esigenze e percorsi differenti:
I docenti già specializzati tramite i cicli del TFA sostegno, che oggi sono circa 200.000 in tutta Italia, ma che non sempre riescono a ottenere un incarico stabile o ad accedere ai ruoli. Si tratta di docenti che hanno investito tempo e denaro in un percorso altamente selettivo e strutturato, e che vedono nei corsi INDIRE una possibile svalutazione della loro qualifica.
I docenti con almeno tre anni di esperienza sul sostegno ma senza specializzazione, che chiedono una via semplificata per ottenere il titolo, rivendicando la loro esperienza maturata direttamente sul campo. Molti di loro sono stati impiegati nelle scuole con contratti precari, garantendo la continuità didattica agli studenti con disabilità, ma senza mai poter accedere alla formazione specifica per il sostegno a causa dei limiti imposti dall’attuale sistema del TFA.
I docenti che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno all’estero, i quali si trovano in una situazione di incertezza burocratica per via delle lunghe tempistiche del riconoscimento dei titoli da parte del Ministero. Molti di loro sono coinvolti in contenziosi giudiziari perché, pur avendo conseguito il titolo in paesi dell’Unione Europea, non hanno ancora ottenuto il riconoscimento in Italia.
Su questa situazione, Favilla ha dichiarato:
“Ci troviamo tra l’incudine e il martello: da una parte leggiamo i dati degli specializzati a livello nazionale con i vari cicli di TFA sostegno, circa 200.000; dall’altra, una platea di docenti che hanno svolto tre anni e più di insegnamento su sostegno ma che non hanno una specializzazione e che richiedono, direi anche giustamente, un percorso semplificato per ottenerla. A questi si aggiungono colleghi che hanno conseguito la specializzazione all’estero e che sono oggi in contenzioso per il riconoscimento.”
Favilla pone quindi un interrogativo fondamentale: i corsi INDIRE sono davvero la soluzione del problema? Secondo il segretario della FeNSIR, la risposta non è così scontata. Sebbene questi percorsi rappresentino un’opportunità per alcuni docenti, in particolare per quelli con tre anni di servizio sul sostegno e senza titolo, resta il nodo centrale della qualità della formazione e del valore del titolo conseguito. A tal proposito, aggiunge:
“Il rischio di questa misura è quello di creare un sistema che non garantisce la stessa preparazione offerta dai percorsi di specializzazione tradizionali. Se vogliamo davvero risolvere il problema della carenza di docenti specializzati, dobbiamo porci delle domande serie sul metodo e nel merito della risoluzione della questione.”
Favilla sottolinea che il sostegno a scuola è un settore delicato, in cui la qualità della preparazione dei docenti fa la differenza per garantire un’istruzione equa e inclusiva agli studenti con disabilità. Se si punta a un sistema di accesso semplificato, è necessario trovare un equilibrio tra il riconoscimento dell’esperienza acquisita e la necessità di garantire una formazione solida e adeguata, per il bene sopratutto degli studenti e delle studentesse.
Inoltre, solleva un ulteriore dubbio sulle condizioni imposte ai docenti con titolo estero: chi sceglie di iscriversi ai corsi INDIRE deve rinunciare a ogni contenzioso per il riconoscimento del titolo, una condizione che potrebbe mettere molti insegnanti in difficoltà. Secondo Favilla, questa scelta forzata non risolve il problema alla radice, ma rappresenta una soluzione tampone che rischia di generare nuove disuguaglianze nel reclutamento dei docenti di sostegno, inoltre ai sensi dell’art. 306 del codice civile “Il rinunciante deve rimborsare le spese alle altre parti, salvo diverso accordo tra loro” è allora indubbio che prima di procedere ad una semplice dichiarazione da parte dell’interessato ci sia un documento da parte del MIM depositato presso le avvocature territoriali dello Stato di rinuncia anche alle spese dovute fine a quel momento. Il costo aggiuntivo che si dovrà sostenere per chi ha già sostenuto un percorso all’Estero non può essere ancor di più aumentato per una semplice dimenticanza.
Per queste ragioni, la FeNSIR invita il Ministero dell’Istruzione a valutare alternative più strutturate, che permettano sia di riconoscere l’esperienza sul campo, sia di garantire una formazione adeguata, senza compromettere la qualità della preparazione dei docenti di sostegno nelle scuole italiane e di rispondere in modo equo e trasparente per chi ha svolto percorsi di abilitazione al sostegno all’Estero.
I percorsi di formazione iniziale per l’abilitazione all’insegnamento sono suddivisi in:
Percorso completo (60 CFU/CFA) → Formazione standard per aspiranti docenti. (Art. 2, comma 1, D.Lgs. 59/2017; Allegato 1 DPCM 4 agosto 2023)
Percorso abbreviato (30 CFU/CFA) → Destinato a specifiche categorie di docenti con esperienza o con formazione pregressa. (Art. 2-ter, comma 4-bis, D.Lgs. 59/2017; Allegato 2 DPCM 4 agosto 2023; DM 148/2025, Art. 2)
Percorso di completamento (36 CFU/CFA) → Per vincitori di concorso con 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022. (Art. 18-bis, comma 4, D.Lgs. 59/2017; Allegato 5 DPCM 4 agosto 2023)
La maggiore criticità poco chiara nella documentazione è la partecipazione ai percorsi di 30 CFU per coloro i quali hanno partecipato al concorso straordinario pnrr 1 i quali. I quali a prescindere dal risultato, possono accedere al percorso abilitante.
I costi previsti sono:
€2500,00 per i percorsi da 60 CFU
€2000,00 per i percorsi da 30 e 36 CFU
A questi costi si aggiungono €150,00 per partecipazione al bando + € 16,00 di marca da bollo e al termine del percorso ulteriori €150,00 di partecipazione all’esame finale.
Iscriviti ai percorsi abilitanti tramite il nostro Polo Studio:
Docenti con almeno 3 anni di servizio (anche non continuativi) negli ultimi 5 anni, di cui almeno 1 anno nella classe di concorso specifica. (Riserva di posti del 45% – DM 148/2025, Art. 2)
Coloro che hanno partecipato al Concorso Straordinario-bis (PNRR, Art. 59, comma 9-bis, D.L. 73/2021), indipendentemente dall’esito.(Conferma della riserva del 45% per questi candidati – DM 148/2025, Art. 2)
Vincitori del concorso PNRR 1 che hanno partecipato in qualità di triennalisti.
Candidati con 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022, anche se non vincitori di concorso. (DPCM 4 agosto 2023, Allegato 2)
🔹 Struttura del Percorso:
30 CFU/CFA focalizzati su didattica disciplinare, metodologie didattiche e tirocinio ridotto.
🔹 Regole di Accesso:
Riserva del 45% dei posti disponibili per le categorie sopra elencate.
Se le domande superano i posti disponibili, l’accesso avviene tramite graduatoria basata sui titoli e il servizio (vedi Allegato A del DM 148/2025).
Ogni candidato può presentare domanda per una sola classe di concorso presso un’unica istituzione formativa.(Art. 2, comma 2 DM 148/2025)
🔹 Fino al 31 dicembre 2025, gli ITP mantengono i requisiti di accesso previsti dalla normativa precedente.
4. Accesso con Titoli Esteri
📌 Riferimento: Art. 3 DM 148/2025
🔹 Regole:
I candidati con titoli conseguiti all’estero devono presentarli presso le università italiane per la valutazione della validità.
5. Allegati di Riferimento
📌 Allegato 1 DPCM 4 agosto 2023 → Percorso 60 CFU 📌 Allegato 2 DPCM 4 agosto 2023 → Percorso 30 CFU (compresi i candidati con 24 CFU e non vincitori di concorso) 📌 Allegato 5 DPCM 4 agosto 2023 → Percorso 36 CFU 📌 Articolo 2 DM 148/2025 → Modalità di accesso e riserva di posti 📌 Articolo 3 DM 148/2025 → Riconoscimento titoli esteri 📌 Articolo 5 DL 202/2024 → Proroga requisiti per ITP fino a dicembre 2025
✅ Novità Importante: 📌 Coloro che hanno partecipato al Concorso Straordinario-bis PNRR possono accedere al Percorso 30 CFU con la riserva del 45%, anche se non vincitori. 📌 I candidati con 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022 possono accedere al Percorso 30 CFU, anche se non vincitori di concorso.
📌 FAQ – Percorsi di Abilitazione Docenti (A.A. 2024/2025)
1️⃣ INFORMAZIONI GENERALI
1.1 Quali sono i percorsi disponibili per ottenere l’abilitazione all’insegnamento?
Esistono tre percorsi principali:
📍 Percorso completo (60 CFU/CFA) → Formazione standard per chi parte da zero.
📍 Percorso abbreviato (30 CFU/CFA) → Per chi ha esperienza di insegnamento o ha partecipato al Concorso Straordinario-bis.
📍 Percorso di completamento (36 CFU/CFA) → Per chi ha 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022 e deve completare la formazione.
1.2 Chi deve obbligatoriamente seguire il percorso da 60 CFU?
Devono seguire il Percorso completo (60 CFU):
Coloro che non hanno mai insegnato.
Coloro che non hanno acquisito 24 CFU entro il 31 ottobre 2022.
Coloro che non rientrano nelle categorie per i percorsi da 30 o 36 CFU.
1.3 Il servizio di insegnamento è un requisito per accedere ai percorsi?
Dipende dal percorso scelto:
❌ NO per il percorso da 60 CFU → Possono accedere anche neolaureati senza esperienza.
✅ SÌ per il percorso da 30 CFU → Occorre aver lavorato almeno 3 anni negli ultimi 5 anni, di cui almeno 1 anno nella specifica classe di concorso.
❌ NO per il percorso da 36 CFU → Serve aver acquisito i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022, indipendentemente dal servizio.
2️⃣ REQUISITI DI ACCESSO AI PERCORSI
2.1 Cosa significa “3 anni di servizio negli ultimi 5 anni”?
Significa che per accedere al Percorso da 30 CFU con riserva del 45%, il candidato deve aver svolto almeno 3 anni di insegnamento (anche non continuativi) negli ultimi 5 anni scolastici, di cui almeno 1 anno nella specifica classe di concorso per cui si chiede l’abilitazione.
🔹 Cosa si intende per “anno di servizio valido”?
Deve essere stato prestato nelle scuole statali o paritarie.
Deve aver coperto almeno 180 giorni di servizio nell’anno scolastico.
Oppure, deve aver coperto dal 1° febbraio fino agli scrutini finali.
2.2 Chi ha partecipato al Concorso Straordinario-bis può accedere al Percorso da 30 CFU con la riserva del 45%?
✅ Sì! Coloro che hanno sostenuto la prova del Concorso Straordinario-bis (PNRR, Art. 59, comma 9-bis, D.L. 73/2021), indipendentemente dall’esito, possono accedere al Percorso da 30 CFU/CFA con la riserva del 45%.
📌 Riferimento normativo:
DM 148/2025, Art. 2 → Prevede una riserva del 45% per:
Docenti con almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni.
Partecipanti al Concorso Straordinario-bis, indipendentemente dall’esito.
Docenti IFP con contratti nei percorsi di istruzione e formazione professionale (riserva del 5% all’interno del 45%).
Se il numero di domande supera i posti disponibili nella riserva, l’accesso avverrà tramite graduatoria, secondo i criteri specificati nell’Allegato A del DM 148/2025.
2.3 Se ho acquisito 24 CFU entro il 31 ottobre 2022, posso accedere al percorso da 30 CFU?
❌ No!
📌 Coloro che hanno acquisito 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 devono completare la loro formazione con un percorso integrativo di 36 CFU/CFA per raggiungere i 60 CFU/CFA necessari all’abilitazione. (DPCM 4 agosto 2023, DM 148/2025).
📌 Il percorso da 30 CFU è riservato a:
Docenti con almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni, di cui almeno 1 anno nella specifica classe di concorso.
Partecipanti al Concorso Straordinario-bis, indipendentemente dall’esito.
Se hai 24 CFU pregressi, devi completare con 36 CFU e non puoi accedere ai 30 CFU.
3️⃣ ASPETTI PRATICI
3.1 Quanto dureranno i percorsi abilitanti?
📌 Durata indicativa:
60 CFU → 1 anno accademico.
30 CFU → 6 mesi circa.
36 CFU → 6-8 mesi circa.
3.2 I percorsi di abilitazione saranno online o in presenza?
📌 La modalità è mista:
Lezioni teoriche → Possibili online.
Laboratori e tirocinio → Obbligatoriamente in presenza.
3.3 Questi percorsi garantiscono il ruolo?
❌ No. L’abilitazione è un requisito per partecipare ai concorsi, ma non garantisce automaticamente il ruolo.
4️⃣ RIFERIMENTI NORMATIVI
📌 Normativa di riferimento:
D.Lgs. 59/2017 – Normativa generale sulla formazione docenti.
DPCM 4 agosto 2023 – Definizione dei percorsi di abilitazione (60, 30 e 36 CFU).
DM 148/2025 – Regole di accesso per l’A.A. 2024/2025.
DL 202/2024, Art. 5 – Requisiti per ITP fino al 2025.
📌 CONCLUSIONE
📌 Coloro che hanno partecipato al Concorso Straordinario-bis possono accedere al Percorso 30 CFU con la riserva del 45%, senza necessità di avere 30 CFU già acquisiti in anticipo. 📌 I candidati con 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022 devono completare con 36 CFU per arrivare ai 60 CFU richiesti. 📌 L’accesso ai percorsi avviene in base a graduatorie che valutano titoli ed esperienza.
Se hai ancora dubbi, consulta il DM 148/2025 o il DPCM 4 agosto 2023!
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato il Decreto Ministeriale n. 26 del 19 febbraio 2025, che disciplina la costituzione degli elenchi aggiuntivi alla prima fascia delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) per l’anno scolastico 2025/26.
Tempistiche e modalità di presentazione delle domande
Gli aspiranti che hanno conseguito o conseguiranno il titolo di abilitazione e/o specializzazione entro il 30 giugno 2025 potranno presentare domanda di inserimento negli elenchi aggiuntivi dalle ore 9:00 del 14 aprile alle ore 23:59 del 29 aprile 2025. La domanda dovrà essere compilata accedendo al Portale Unico del Reclutamento tramite credenziali SPID o CIE e utilizzando il servizio “Istanze on line”.
Inserimento con riserva e conferma del titolo
I candidati che conseguiranno il titolo di abilitazione o specializzazione dopo la scadenza delle domande, ma entro il 30 giugno 2025, potranno iscriversi con riserva negli elenchi aggiuntivi. Successivamente, dovranno comunicare l’avvenuto conseguimento del titolo attraverso il sistema informativo agli uffici scolastici territoriali competenti. Le dichiarazioni di avvenuto conseguimento del titolo potranno essere presentate dalle ore 9:00 del 16 giugno fino alle ore 23:59 del 3 luglio 2025. La riserva sarà sciolta negativamente se il titolo non verrà conseguito entro il 30 giugno 2025.
Disposizioni aggiuntive
Gli aspiranti saranno graduati secondo i punteggi previsti dalle tabelle allegate all’Ordinanza Ministeriale 88/2024. Chi è già inserito nelle GPS dovrà dichiarare solo i titoli non precedentemente dichiarati ma conseguiti entro il 24 giugno 2024, mentre chi non è inserito in alcuna GPS dovrà dichiarare tutti i titoli posseduti entro la stessa data. Il decreto prevede anche disposizioni specifiche per i docenti specializzati nei metodi differenziati Montessori, Pizzigoni e Agazzi. I docenti già iscritti nelle GPS di prima fascia per posto comune nella scuola dell’infanzia e primaria che conseguono un titolo di specializzazione per questi metodi potranno dichiararne il possesso al solo fine dell’attribuzione dei contratti di supplenza presso i relativi percorsi.
Assistenza per la compilazione della domanda
Per assistenza nella compilazione della domanda, è possibile scrivere a docenti@sadoc.it. Sarete contattati per fissare un appuntamento online o in presenza.
Il Tribunale di Brindisi ha emesso una significativa sentenza riconoscendo il diritto dei docenti con contratto a tempo determinato a ricevere il beneficio della Carta del Docente da 500 euro per ogni anno di servizio prestato. Il Ministero dell’Istruzione e l’USR Puglia sono stati condannati ad accreditare il beneficio con le stesse modalità previste per i docenti di ruolo.
Motivazioni della Sentenza
La decisione si fonda su diversi principi giuridici di rilievo:
Parità di trattamento: La sentenza conferma che l’esclusione dei docenti precari dalla Carta del Docente costituisce una violazione del principio di non discriminazione stabilito dal diritto dell’Unione Europea e dalla giurisprudenza nazionale.
Obbligo di formazione: I docenti a tempo determinato sono tenuti a svolgere attività di formazione obbligatoria, al pari dei colleghi di ruolo, secondo il CCNL della scuola e la Legge 107/2015 (Buona Scuola). Non riconoscere loro gli strumenti necessari per aggiornarsi compromette la qualità dell’insegnamento e viola il principio di buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Precedenti giurisprudenziali: La Corte di Giustizia dell’Unione Europea e la Corte di Cassazione (sentenza n. 29961/2023) hanno già chiarito che l’esclusione dei docenti precari dal beneficio della Carta è illegittima e in contrasto con il diritto comunitario.
Fensir promuove nuovi ricorsi!
Alla luce di questa sentenza, Fensir invita tutti i docenti precari a far valere i propri diritti! Se hai avuto un incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche e non hai ricevuto la Carta del Docente, puoi ottenere il rimborso attraverso un’azione legale.
💡 Come aderire ai ricorsi? ✅ Contatta Fensir per ricevere assistenza legale ricorsi@fensir.it oppure al numero 800 820 776 ✅ Partecipa ai nuovi ricorsi collettivi ✅ Rivendica il tuo diritto alla formazione e all’aggiornamento professionale
La FENSIR, Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca, si appresta a riorganizzare la propria struttura territoriale con un’importante modifica che entrerà in vigore a partire dal 25 marzo. Questo cambiamento, che anticipa una successiva revisione congressuale, mira a rendere l’organizzazione più snella ed efficiente, favorendo una maggiore coesione tra i vari livelli di rappresentanza.
La Nuova Struttura
Attualmente, la FENSIR si articola su tre livelli organizzativi: segreterie provinciali, segreterie regionali e segreteria nazionale. Con la nuova riforma, le segreterie provinciali verranno abrogate e ricondotte sotto un’unica segreteria regionale. Questa sarà composta dai responsabili territoriali delle province e dal segretario generale regionale, garantendo così una gestione più unitaria e funzionale delle attività sindacali a livello locale.
Parallelamente, saranno anche riorganizzati i SAF (Sindacati Autonomi Federati) SADOC, SAIR, SAATA e SADIR. Anche per queste sigle, gli organi statutari saranno ridotti, sia a livello regionale che nazionale, in linea con la nuova organizzazione della FENSIR. Questa razionalizzazione ha lo scopo di rendere l’azione sindacale più coordinata e incisiva, rafforzando il legame tra i vari settori rappresentati.
Obiettivi della Riorganizzazione
L’introduzione di questa nuova struttura risponde a diverse esigenze:
Maggiore efficienza: la riduzione di un livello organizzativo permette una gestione più diretta e veloce delle questioni sindacali.
Miglior coordinamento: il passaggio delle competenze alle segreterie regionali rafforza il collegamento tra il territorio e il livello nazionale.
Ottimizzazione delle risorse: la semplificazione della struttura consente un uso più razionale delle risorse umane ed economiche.
Maggiore rappresentatività: il coinvolgimento dei responsabili territoriali all’interno delle segreterie regionali garantisce un dialogo più efficace con gli iscritti e con le istituzioni locali.
Attuazione della Nuova Organizzazione
Sebbene la modifica dovrà essere formalizzata attraverso un congresso, la nuova organizzazione sarà operativa già dal 25 marzo. A partire da questa data, le segreterie provinciali cesseranno di esistere e le competenze saranno trasferite alle segreterie regionali, che includeranno i rappresentanti provinciali in qualità di responsabili territoriali.
Questa trasformazione rappresenta un passo significativo per la FENSIR, che punta a rafforzare la propria presenza sul territorio e a migliorare l’efficacia della propria azione sindacale. L’obiettivo è quello di offrire un servizio sempre più vicino ai lavoratori del settore scuola e ricerca, garantendo risposte tempestive e una rappresentanza forte a tutti i livelli.
La FENSIR invita tutti gli iscritti e i rappresentanti territoriali a collaborare attivamente in questa fase di transizione, contribuendo con il loro supporto a rendere il nuovo assetto organizzativo un successo per l’intera federazione.
Il Ministero, in attesa che sia resa pubblica l’O.M. sulla mobilità, ha pubblicato, nel proprio sito, le date della Mobilità del personale docente, educativo ed ATA a.s. 2025/26. Per i docenti di religione cattolica è disponibile un’ordinanza ad hoc.
QUANDO PRESENTARE LA DOMANDA
I termini per la presentazione della domanda sono i seguenti:
Personale docente La domanda va presentata dal 5 marzo 2025 al 24 marzo 2025. Gli adempimenti di competenza degli uffici periferici del Ministero saranno chiusi entro il 30 aprile 2025. Gli esiti della mobilità saranno pubblicati il 23 maggio 2025.
Personale educativo La domanda va presentata dal 7 marzo 2025 al 27 marzo 2025. Gli adempimenti di competenza degli uffici periferici del Ministero saranno chiusi il 30 aprile 2025. Gli esiti della mobilità saranno pubblicati il 27 maggio 2025.
Personale ATA La domanda va presentata dal 14 marzo 2025 al 31 marzo 2025. Gli adempimenti di competenza degli uffici periferici del Ministero saranno chiusi entro il 12 maggio 2025. Gli esiti della mobilità saranno pubblicati il 3 giugno 2025.
Insegnanti di religione cattolica La domanda va presentata dal 221 marzo 2025 al 17 aprile 2025. Gli esiti della mobilità saranno pubblicati il 30 maggio 2025.
DOVE PRESENTARE LA DOMANDA La domanda va compilata e inoltrata sul portale del Ministero dell’Istruzione, nella sezione dedicata alle Istanze on line. Solo gli Insegnanti di religione cattolica devono compilare la domanda utilizzando il Modello disponibile in questa sezione, alla voce Modulistica – Mobilità. Per accedere a Istanze on line occorre essere registratiall’area riservata del Portale ministeriale. Ricordiamo che si può accedere anche con le credenziali SPID. Chi non è registrato può farlo, selezionando la voce Registrati , presente in basso a destra nella schermata di LOGIN, e consultando il manuale predisposto.
COME COMPILARE LA DOMANDA Compilare la domanda è semplice, basterà seguire tutti i passaggi descritti nelle guide disponibili all’interno del portale Istanze on line. La domanda deve essere inoltrata entro il termine ultimo fissato dall’ordinanza. Entro tale termine l’aspirante può sempre modificarla, anche se già inoltrata.
NOTA BENE
Compila/Modifica ogni singola sezione della domanda;
Allega tutta la documentazione utile per la valutazione della domanda;
Inoltra la domanda entro il termine previsto dall’ordinanza.
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