FENSIR SINDACATO

LE POLITICHE EUROPEE: CARTA DEL DOCENTE AI PRECARI. Ma sarà la stessa dei docenti a T.I.?

L’ultimo Consiglio dei Ministri ha previsto di dare corso ad un Decreto “Salva – Infrazioni” al riconoscimento della Carta docente al personale a tempo determinato su posto libero e vacante.

“Siamo di fronte ad un’ennesima presa in giro del personale docente, di tutto il personale docente, creando ancora una volta disparità di trattamento e disconoscimento della professione docente tra il personale che svolge lo stesso e medesimo servizio” così afferma il Segretario Generale della Fensir Giuseppe Favilla.

La Carta Docente voluta dalla legge 107/2015 è stata riconosciuta, in virtù della decisione del Consiglio di Stato di annullarne i decreti attuativi in quanto contro la normativa europea nel mese di marzo 2022 e trovando conferma dalla stessa Corte di Giustizia Europea nel mese di maggio dello stesso anno, anche al personale precario, indistintamente che questi fosse al 31 agosto o al 30 giugno e per l’intero importo. Il Decreto Legge (così come si legge nella bozza) all’art. 14 invece spiana la strada a futuri e nuovi ricorsi, in quanto è sulla medesima linea del decreti attuati e della legge 107/2015: disparità di trattamento tra personale che svolge la medesima funzione. La Carta sarà riconosciuta al personale che ha un contratto fino al 31 agosto e come importo massimo, dunque verosimilmente non sarà riconosciuta l’intera somma (€500,00 annui) ma una cifra inferiore e probabilmente legata anche alla tipologia dell’incarico annuale o del personale beneficiario.

“Si apre una nuova stagione di ricorsi – afferma Favilla – che nel frattempo rallenterà, se non addirittura bloccherà presso i tribunali i migliaia di ricorsi presentati nei mesi scorsi e che sono in attesa di udienza e sentenza. Ricordiamo anche di contro che chi ha già ottenuto il beneficio della carta docente nulla cambierà in quanto il diritto riconosciuto, passato in giudicato, non può essere modificato” conclude Favilla.

Rimaniamo in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge ufficiale, il quale dovrà seguire l’iter di conversione in legge entro 60 gg dalla sua emanazione.

La redazione

https://www.politicheeuropee.gov.it/it/ministro/comunicati-stampa/8-giu-2023-infrazioni/

TFA SOSTEGNO VIII CICLO, LE POSSIBILITA’ DI ACCESSO

di Daniela Giambarresi

Con il Decreto n.694 del 30 maggio 2023 il Ministero ha reso noto chi potrà iscriversi all’ VIII ciclo di specializzazione dei docenti per il sostegno didattico. I tempi saranno davvero molto stretti.

I posti disponibili saranno oltre 29.000, tremila in più rispetto al precedente anno accademico, offerta che non soddisferà comunque il fabbisogno nazionale, e saranno così suddivisi: 1.972 per la scuola dell’Infanzia, 4.748 per la scuola Primaria, 7.946 per la scuola secondaria di I grado e 13.011 per la scuola Secondaria di II grado.

Ogni anno 90.000 posti circa vengono assegnati a supplenza e una buona parte di essi assegnata a personale non specializzato, nonostante il numero degli studenti con disabilità grave aumenti di anno in anno.

L’accesso interesserà i docenti che si trovano nella condizione indicata dall’art.18-bis del D.L.13 Aprile 2017 n. 59, comma 2.

Requisiti d’ accesso ordinari ai percorsi di specializzazione nella scuola dell’Infanzia e Primaria sono: titolo di abilitazione all’insegnamento conseguito presso i corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente; oppure Diploma Magistrale, compreso il Diploma Sperimentale a indirizzo Psicopedagogico con valore di abilitazione e Diploma Sperimentale a indirizzo linguistico, conseguiti presso gli Istituti Magistrali o analogo titolo di abilitazione conseguito all’estero e riconosciuto in Italia, ai sensi della normativa vigente, conseguiti, comunque, entro l’A.S.2001/2002.

Per l’accesso ai percorsi di specializzazione nella scuola Secondaria di I e II grado i requisiti sono: abilitazione specifica sulla classe di concorso, ovvero analoghi titoli di abilitazione conseguiti all’estero e riconosciuti in Italia ai sensi della normativa vigente; oppure Laurea Magistrale o a Ciclo Unico( oppure Diploma di II livello dell’ alta formazione artistica, musicale e coreutica, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso) più 24 CFU/CFA o abilitazione per altra classe di concorso/grado di istruzione (attenzione alla data ultima per il conseguimento dei 24CFU). Se i 24 CFU potranno esser conseguiti dopo il 31 ottobre verrà reso noto (?).

A luglio si svolgeranno le prove preselettive, e specificatamente il 4 luglio avranno luogo le prove per la scuola dell’Infanzia, il 5 per la scuola Primaria, il 6 per la scuola Secondaria di I grado e il 7 per la scuola Secondaria di II grado. In seguito i singoli Atenei stabiliranno le date delle prove scritte e orali.

L’informativa con le organizzazioni sindacali finora manca: come lavoreranno le Università, riusciranno a portare a termine la prova scritta e orale entro fine luglio o slitterà tutto a settembre? 

Per i docenti con 3 anni di servizio negli ultimi 5, individuati dal comma 2 dell’art. 18-bis del D.L. 13 aprile 2017. N.59, concernente “ Norme transitorie per l’ accesso al concorso e per l’ immissione in ruolo” su posto di sostegno con contratto a tempo indeterminato o determinato, nelle scuole statali, paritarie o nei percorsi di istruzione e formazione professionali delle Regioni e che siano in possesso del titolo valido per l’insegnamento, il Ministero ha pubblicato un ulteriore Decreto n. 691 del 29 Maggio 2023, con il quale si stabilisce che il 35% dei 29.061 sia ad essi riservato, esonerandoli dalla prova preselettiva. Cosa significa in concreto? Che qualora superino le prove con un punteggio di 21/30, hanno diritto ad una riserva di posti pari al 35% della graduatoria finale, quindi su 100 posti, 35 saranno a loro riservati. Se su 100, 20 triennalisti supereranno le prove, entreranno in 20 e gli altri 80 posti verranno distribuiti agli altri candidati. Se saranno 50 a superare le prove con un punteggio più alto rispetto agli altri, entreranno questi 50; se su 100, in 20 avranno punteggi migliori degli altri e altri 40 inferiore, scatterà la “riserva”: entreranno dopo i 20 già inseriti per merito, i migliori 15 fino ad occupare i posti destinati alla “riserva”.

 Questa è la novità, sulla quale la FeNSIR vigilerà affinché la trasparenza sia garantita.  

Inoltre i candidati che hanno superato la prova preselettiva del VII ciclo e che a causa del Covid non hanno potuto sostenere le ulteriori prove, verranno ammessi direttamente alla prova scritta.  

Abbiategrasso, docente accoltellata da uno studente. Ora è tempo di dire veramente basta!

di Raffaele Vitucci

È successo mercoledì 29/05/2023, tutto è accaduto alle 8,10 durante la prima ora di lezione. Tutto si è svolto in pochi minuti.

L’ episodio è avvenuto all’Istituto Emilio Alessandrini di Abbiategrasso e protagonista di questa tragica vicenda, che per l’ennesima volta colpisce il mondo della scuola, è la  professoressa Elisabetta Condò di 52 anni, docente di italiano e storia nell’Istituto.

Dalle prime testimonianze e dalle prime ricostruzioni tutto è avvenuto nell’aula 2A al secondo piano: la docente stava passando tra i banchi, quando, è stata aggredita alle spalle con un pugnale con una lama di 20 centimetri, inoltre lo studente aveva anche una pistola a gas con la quale ha minacciato i compagni di classe intimando loro di uscire dall’aula.

Appena usciti dall’aula i compagni hanno lanciato l’allarme.

Sul posto sono subito arrivati i vari mezzi di soccorso del 118 insieme ai carabinieri, che inizialmente pensavano si trattasse di una sparatoria all’interno della classe. 

I carabinieri hanno fatto irruzione nell’aula e hanno trovato lo studente immobile sul fondo della stanza, con le mani incrociate sulla testa. Il pugnale sporco di sangue insieme alla pistola erano appoggiati sul banco, mentre il ragazzo sanguinava a causa delle ferite che si era procurato da solo con il coltello.

La collega è stata subito trasportata in ospedale di Legnano in codice giallo, in quanto ha riportato un taglio ad un braccio e una ferita alla testa. Anche lo studente è stato portato al San Carlo di Milano per le ferite riportate, successivamente è stato ricoverato nel reparto di neuropsichiatria dell’ospedale San Paolo di Milano.

Ma perchè si è arrivato a questo?

Il 16enne protagonista avrebbe alcuni problemi scolastici: quest’anno avrebbe preso 6 note disciplinari, di queste 6 quattro erano della prof che è stata aggredita, inoltre il ragazzo avrebbe ricevuto dalla docente un 5 al termine dell’interrogazione. 

I genitori, il giorno dopo, sarebbero dovuti andare a scuola per un colloquio con i docenti. 

Il preside dell’Istituto, Michele Raffaeli, non riesce a trovare una spiegazione a quanto accaduto: “Non ci sono evidenze particolari, non avevamo segnali. Ancora non sappiamo cosa possa essere scattato nella sua testa”.

Gli amici e i compagni di scuola descrivono lo studente come un ragazzo taciturno che prendeva anche buoni vuoti a scuola e che proviene da una famiglia senza problemi.

Elisabetta Condò è stata sottoposta a un intervento chirurgico al polso per la ricostruzione dei tendini e i medici hanno parlato di sei coltellate.

Dopo l’operazione la docente ha avuto solo la forza di dire “È stato lui, non me l’aspettavo”, a riferirlo è stato il marito della donna che ha aggiunto che “È ancora troppo scossa. Mia moglie non ha ancora la forza di parlare , è sotto anestesia.”

Sulla questione è intervenuto anche il Ministro Valditara che, attraverso un videomessaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, ha espresso solidarietà e vicinanza alla docente aggredita.

“Ho voluto esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del governo alla professoressa aggredita. Docente che ha fatto in modo esemplare il suo dovere, seguendo un ragazzo che già in passato aveva dimostrato alcune problematicità”, ha detto il Ministro dell’Istruzione che è andato in visita all’ospedale di Legnano dove è ricoverata la donna in codice giallo. “Voglio cogliere l’occasione perché si rifletta sull’introduzione dello psicologo a scuola, soprattutto in un momento difficile. Anche a seguito dell’emergenza Covid, il disagio psicologico dei ragazzi nelle scuole è aumentato in modo significativo”, ha concluso Valditara.

Quanto accaduto si aggiunge ai frequenti casi di cronaca scolastica che hanno come protagonisti i docenti, vittime di aggressioni verbali e non sia da parte degli studenti ma anche da parte dei genitori, alcune volte legate a futili motivi tipo quelli legati all’uso del cellulare in classe.

Tutto si svolge in un contesto dove i docenti vengono messi alla gogna, ma sono chiamati anche a difendersi. 

La questione è complessa perché entrano in gioco non solo gli aspetti legati al rendimento scolastico, ma si estende anche alla questione psicologica.

Quando siamo davanti a questi fatti di cronaca che tingono di nero la scuola, quello che dovrebbe essere il luogo di formazione sia del sapere, ma anche della persona si legge subito “questi sono gli anni più difficili” collegati agli anni della pandemia. 

Ma non basta. 

Oggi, alla luce dell’ennesimo caso di violenza nei confronti del personale docente c’è bisogno di ricordare o di memorizzare alcuni aspetti legali. 

In merito abbiamo la nota dell’8 febbraio del 2023( prot. n.15184) del Ministro Valditara che ha proprio per oggetto “Episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico”

Sul piano della responsabilità penale occorre fare riferimento all’art. 341 bis del Codice Penale che così recita: “Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni (…). Ove l’imputato, prima del giudizio, abbia riparato interamente il danno, mediante risarcimento di esso sia nei confronti della persona offesa sia nei confronti dell’ente di appartenenza della medesima, il reato è estinto”. Bisogna chiarire, però, che l’estinzione del reato opera in presenza di un possibile risarcimento del danno e che detto risarcimento deve essere diretto non solo al soggetto passivo, ma anche all’ente cui questo appartiene, nel caso specifico il Ministero dell’istruzione e del merito.Sempre sul piano della responsabilità penale, laddove siano state provocate lesioni in seguito a percosse o violenza fisica, viene applicato il dispositivo dell’art. 590 Codice Penale: “Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a euro 309. Se la lesione è grave la pena è della reclusione da uno a sei mesi o della multa da euro 123 a euro 619, se è gravissima, della reclusione da tre mesi a due anni o della multa da euro 309 a euro 1.239. (…)”.

Il Ministero, inoltre, intende ricondurre il trattamento di questi casi di violenza , sempre più frequenti, alla competenza del patrocinio mediante la diretta rappresentanza dell’Avvocatura dello Stato. Per questo viene richiamato l’articolo 44 del Regio decreto 30 ottobre 1933, n. 1611  che disciplina la diretta rappresentanza dello Stato mediante l’Avvocatura generale. Quindi, secondo le indicazioni del Ministro dell’istruzione e del merito, ogni qual volta si verifichino le condizioni, l’Avvocatura dello Stato assumerà la rappresentanza e la difesa di un dipendente dello Stato.

In conclusione oggi c’è bisogno di attuare a pieni ritmi questa tutela nei confronti dei docenti.

Il docente nella scuola vuole sentirsi al sicuro, vuole svolgere le sue lezioni senza la paura di poter diventare protagonista di un’aggressione.  

Il docente vuole svolgere il suo lavoro senza la paura di essere minacciato, vuole poter dare un voto negativo senza che la situazione gli si rivolga contro, perché il docente ha a cuore la formazione scolastica e personale di ogni singolo studente a lui affidato.

17 mila docenti chiedono il trasferimento dalla Lombardia: scelta o costrizione?

di Raffaele Vitucci

Mercoledì 24 maggio sono stati pubblicati i dati inerenti alla mobilità del personale docente ed emerge un dato significativo ovvero che 17000 docenti della Lombardia hanno chiesto il trasferimento in altre Regioni. 

17 mila non è il numero dei partecipanti ad un concerto, non è il numero di coloro che hanno preso parte ad una manifestazione, ma 17 mila sono i docenti che hanno scelto di lasciare quella Regione che per anni o mesi è stata la loro casa.

Un dato che attesta ed evidenzia una situazione preoccupante, un dato che si collega alle ultime proteste degli studenti universitari fuori sede.

La maggior parte dei trasferimenti hanno come meta il sud, ma tutto questo perché?

La risposta è semplice: il capro espiatorio è stato trovato, la motivazione di questo numero elevato di richieste è il carovita che colpisce la Lombardia, in particolar modo la città ambrogina e meneghina. 

Il costo della vita ormai risulta essere troppo elevato, pensiamo agli affitti dove a Milano anche per una semplice stanza singola, tra l’altro in zone molto periferiche, ti ritrovi a pagare 600/700€ al mese, se sei fortunato altrimenti ti dovrai accontentare di un posto letto in una camera condivisa con uno sconosciuto.

A questo vanno aggiunte le spese per le varie utenze, aumentate a loro volta per il “rincaro bollette”, i costi per gli abbonamenti per i trasporti urbani ed interurbani e quelli anche per il cibo, dove i beni di prima necessità hanno subito un rialzo soprattutto nell’ultimo periodo. 

Tutto questo trova conferma nella mia esperienza di vita in quanto sono un docente che vive da 5 anni a Milano. All’inizio la situazione era gestibile e riuscivo ad organizzare anche i risparmi, così da permettermi uno svago in più. Ma tutto questo nell’ultimo periodo è impensabile perchè al mio stipendio da 1500 euro va sottratto l’affitto, le utenze, l’abbonamento per usufruire della metro per muovermi all’interno della città, altrimenti non saprei come raggiungere scuola perchè pensare di avere un’auto qui a Milano ormai rimane un sogno, i soldi per acquistare cibo e alla fine mi ritrovo ad attendere il 23 del mese successivo con una somma molto ridotta rispetto a quello che riuscivo ad avere fino a qualche anno fa.

Come può un insegnante affrontare tutto questo con uno stipendio mensile di 1500€?

Un docente che vive in Lombardia fa fatica ed ecco che sceglie di lasciare tutto e tornare nella propria Regione, ma alcune volte non è facile lasciare tutto quello che si è costruito, dalle relazioni agli affetti personali, la casa dove ha vissuto per anni,le proprie abitudini.

Le principali mete richieste nelle mobilità risultano essere la Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, ma solo un terzo dei docenti ha ottenuto l’approvazione per il trasferimento.

Questa situazione chiede degli nterventi da parte dello Stato, chiede di frenare gli aumenti, chiede di rivedere la situazione sui canoni di locazione, chiede di rivedere gli stipendi dei docenti che sono coloro che sono chiamati a formare le nuove generazioni.

Tutto questo nell’ottica di incentivare i docenti pendolari ad accettare le cattedre e a rimanerci così da garantire anche la continuità didattica agli studenti.

Proprio su questo tema, ieri è intervenuto il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara affermando che:  «Dobbiamo cercare di trovare le risorse per valorizzare gli stipendi di tutti i docenti e occorre trovare incentivi affinché non ci sia la fuga di docenti. Penso anche a un piano della casa per pubblici dipendenti e insegnanti in particolare».

E proprio sul caso della Lombardia che è una delle Regioni più interessate dall’esodo dei docenti il Ministro ha detto: «Leggo che ci sono 17mila insegnanti in fuga dalla Lombardia: sono dati che emergono con evidenza – ha spiegato il Ministro – ma i nostri del ministero sono ancora più drammatici visto che in alcune zone c’è una scopertura del 32% di docenti».

Alla luce di tutto questo servirebbe un piano urgente per aiutare e sostenere i docenti fuori sede a pagare l’affitto così da poter permettere, ai singoli docenti e al personale della scuola in generale,  di restare più a lungo nelle Regioni dove hanno ottenuto la cattedra o il posto come amministrativo o collaboratore scolastico, si potrebbe pensare anche a costruire nuovi appartamenti da affittare al personale fuori sede, come avviene per gli studenti che alloggiano all’interno di alloggi universitari, ovviamente ad un costo ridotto rispetto a quello di mercato. 

Ovviamente sappiamo che questa situazione colpisce tutto il personale ata, quest’ultimo svolge un ruolo indispensabile nell’istituzione scolastica, che a sua volta si trova a dover affrontare un trasferimento al Nord, in quanto la disponibilità del posto di lavoro è maggiore rispetto al Sud.

Altra ipotesi di soluzione del problema legato al carovita potrebbe essere un canone calmierato in base al proprio reddito, in modo da permettere un livello di vita almeno sufficiente nelle Regioni dove il singolo docente è chiamato a trasferirsi.

Tante potrebbero essere le soluzioni ma per farlo ci vuole un intervento urgente da parte dello Stato, con investimenti congrui che dovrebbe tenere a cuore il benessere, anche economico, dei personale della scuola.

Non posso fare a meno che rivolgermi al Ministro dell’Istruzione: non c’è più tempo da perdere. Noi, docenti e personale della scuola, ce la mettiamo tutta nel nostro lavoro, nella nostra chiamata ad essere docenti o personale ata, nel seguire e nel formare gli studenti, nell’essere attenti ai vari problemi che colpiscono gli adolescenti e supportare il personale scolastico, le famiglia… tutta la comunità educante. Ma per continuare a farlo abbiamo bisogno che t questa situazione venga rivista altrimenti lo sconforto troverà la meglio e chissà quanti docenti  e personale ata comincerà a pensare ad un piano b nella vita con un perdita irrimediabile di competenze acquisite e abilità ampiamente dimostrate.

Convenzione con le maggiori università telematiche: Pegaso, Unimercatorum e Unisanraffaele

Il nostro sindacato ha perfezionato in questi giorni una convenzione per tutti gli iscritti al nostro sindacato. Inoltre, grazie a nuove e ulteriori convenzioni, siamo in grado di offrirvi non solo l’accesso alle classi di laurea in convenzione, ma di perfezionare l’eventuale accesso all’insegnamento in una o più discipline nella scuola secondaria di primo e secondo grado.

IN SINTESI:

PROMOZIONE SINDACATI: € 1700,00

La promozione è valida per l’iscritto il coniuge o parte dell’unione civile e di fatto, e figli.

PER LE AGEVOLAZIONI ECONOMICHE PER GLI ENTI CONVENZIONATI COME IL NOSTRO SINDACATO VISITA I SITI:

UNIVERSITA’ PEGASO: https://www.unipegaso.it/studenti/agevolazioni-economiche

UNIVERSITA’ MERCATORUM: https://www.unimercatorum.it/studenti/agevolazioni-economiche

UNIVERSITA’ SAN RAFFAELE:

Considerato che la retta ordinaria per l’iscrizione ai corsi di laurea è di € 2.500€ per anno accademico, onde agevolare l’accesso alla formazione specialistica ed universitaria, e superare gli impedimenti di un’eventuale gravosità economica, per gli associati Fe.N.S.I.R. – Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca, il costo d’iscrizione per ogni anno accademico è di € 2.000, da corrispondere secondo la seguente previsione:
1) € 250 entro il 31/10 o al momento dell’iscrizione;
2) € 250,00 entro il 31/01;
3) € 250,00 entro il 28/02;
4) € 250,00 entro il 31/03;
5) € 250,00 entro il 30/04;
6) € 250,00 entro il 31/05;
7) € 250,00 entro il 30/06;
8) € 250,00 entro il 31/07.
b. La suindicata agevolazione è estesa anche ai prossimi congiunti (coniuge e figli) del diretto beneficiario,
nonché ai conviventi e figli regolati dalla L. 20/5/2016, n. 76.
c. Per l’elenco completo dei programmi si rimanda al sito https://www.uniroma5.it/

Decreto legge 44-2023. Buono per alcuni, cattivo per altri.

Nel pomeriggio del 22 aprile è stato pubblicato il Decreto Legge n. 44 dal titolo “Disposizioni urgenti per il rafforzamento delle amministrazioni pubbliche”. Un Decreto Legge atteso da diverse migliaia di docenti, in modo particolare neo assunti in ruolo nel corrente anno scolastico. Infatti il suddetto decreto, così come di fatto è avvenuto, prevede lo slittamento del vincolo di permanenza nella sede di immissione in ruolo a partire dall’anno scolastico 2023-24. Dunque i docenti neo assunti nei ruoli nel corrente anno scolastico partecipano alla mobilità con le modalità previste per tutti gli altri docenti e personale ata così come previsto dall’OM n. 36.

“Accogliamo con favore le disposizioni previste per i docenti neo assunti e anche per i docenti inseriti nelle GPS di 1^ fascia sostegno, elenchi aggiuntivi e abilitati all’estero. Ma permetteteci di fare delle critiche e delle riflessioni utili anche in vista della discussione sul decreto stesso che avverrà nelle prossime settimane, infatti allo stato attuale è buono per alcuni e cattivo per altri” così afferma Giuseppe Favilla, segretario generale della FeNSIR.

Rimane comunque invariata la questione dei vincoli sulla mobilità in quanto lo sblocco interessa SOLO i docenti neoassunti in ruolo, rinviando il problema. Di fatto, e nella sostanza, i vincoli si applicheranno a partire dal prossimo anno scolastico. Continuano ad applicarsi i vincoli a chi ha ottenuto il trasferimento in una provincia o sede e che risulta poco gradita. Tale problema rimane anche per le mobilità future. Altra questione non di poco conto che riguarda i docenti l’assunzione a tempo determinato finalizzata al ruolo da GPS 1^ fascia sostegno con decorrenza 1/9/2023 è la possibilità di deroga derivante dalla Legge104/92; nel DL 44 rimane solo la possibilità remota dell’esubero. La deroga della legge 104/92 resta confermata per tutti gli assunti in ruolo dalle GAE e dai concorsi dal 1/9/2023. 

Pur essendosi temporaneamente risolta la questione dei neo assunti del corrente anno scolastico, di fatto il problema si è semplicemente spostato in avanti, come abbiamo immediatamente sottolineato.

“Consideriamo un passaggio importante quello previsto dal Decreto 44, ma certamente non risolutivo delle problematiche dei neo assunti, né tantomeno rispettoso delle scelte del docente, che deve sottostare a delle logiche di sottomissione a norme che possono risultare limitanti della libertà personale” afferma Giada Zichittella, segretaria nazionale del Fensir SADOC, sindacato autonomo docenti federato della Fensir. “L’attenzione del legislatore deve essere indubbiamente rivolta verso gli studenti, ai quali va garantita il più possibile la continuità didattica, ma al contempo deve essere tutelato il diritto dei lavoratori della Scuola di poter rispondere ad esigenze di carattere personale e familiare, quali la vicinanza del luogo di lavoro, la cura della propria famiglia e dei propri affetti, nonché l’attenzione all’investimento economico. Conosciamo bene cosa significa svolgere questo lavoro, pur sempre meraviglioso, lontano dalla propria famiglia; e la sofferenza si accentua per chi ha figli ancora in età scolare o prescolare, talvolta persino con situazioni di handicap, che necessitano di una vicinanza e di una cura particolare. Riteniamo che questi vincoli di assoluta esclusione di deroghe debbano essere debellati permanentemente” conclude Zichittella.

Nelle prossime settimane il nostro sindacato si adopererà, attraverso un coinvolgimento sinergico del mondo politico, a prevedere per via legislativa l’abolizione di tutti i vincoli, e ciò può avvenire portando sul tavolo delle istituzioni il disagio di chi è costretto a lasciare casa e affetti per poter realizzare la propria scelta di vita. Siamo convinti che la serenità e la progettualità di ciascun lavoratore della Scuola debbano essere accompagnate e promosse dal rispetto delle scelte anche relativamente al luogo di lavoro, così come prevede la stessa Costituzione all’art. 4: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. I vincoli rappresentano una vera e propria limitazione costituzionale in quanto, seppur contribuendo al progresso materiale e spirituale della società attraverso l’educazione delle future generazioni, di fatto risultano del tutto fuori luogo per la serenità lavorativa di ciascun docente.

Non dimentichiamoci inoltre dell’assunzione del personale da Graduatorie di Merito concorsuali. Migliaia di docenti hanno superato i concorsi ordinari, ma allo stato attuale la loro assunzione è vincolata al triennio di vigenza. Siamo convinti che, prima di ogni altra questione, è bene prevedere anche per il futuro – e dunque modificando quanto previsto dall’art. 400 del dlgs 297/1994 – lo scorrimento delle graduatorie di merito, fino ad esaurimento delle stesse.

Investire anche due anni per un concorso ordinario composto da più prove per una procedura assunzionale determinata è, a nostro parere non solo ingiusto, ma anche insensato; si deve invece prevedere una norma che consenta lo svuotamento di tutte le graduatorie concorsuali ordinarie e straordinarie.

Riguardo alla possibilità di assunzione dalle GPS di 1^fascia, di qualsiasi insegnamento e grado, riteniamo che sia arrivato il momento di utilizzarle per le assunzioni indipendentemente dal servizio specifico svolto, in quanto formate da personale docente abilitato. La loro trasformazione in graduatorie a scorrimento per le assunzioni potrebbe essere una risoluzione anche per semplificare al massimo le procedure di assunzione e far fronte ai disagi che annualmente affrontano le istituzioni scolastiche. 

Si potrebbe integrare quanto previsto dalla legge 79/2022 con un nuovo dispositivo di legge che permetta permanentemente lo scorrimento per l’assunzione a tempo indeterminato dalle suddette graduatorie, facendole diventare nel tempo “doppio canale” insieme ai concorsi ordinari.

La Redazione

CONCORSO IRC: A giugno il bando?

Correva l’anno…. troppi anni da ricordare e crediamo del tutto superflui, ma oggi tra i corridoi non si sa di quale ente con precisione, si rincorrono le voci del bando di concorso, anzi dei bandi di concorso, straordinario (il più atteso) e l’ordinario quello sperato dai nuovi docenti. Dai nostri informatori il Ministero è in procinto di emanare il “decreto/bando” con una tempistica attesa già ben chiara: giugno pubblicazione del bando e prove in autunno almeno per i concorsi straordinari (infanzia/primaria e secondaria). 

“Il concorso del mistero, d’altronde si tratta dei docenti di religione quelli coinvolti” così scherzosamente afferma il segretario generale della Fensir e vice segretario del SAIR, nuovo sindacato autonomo degli insegnanti di religione, Favilla. “Un mistero che sta durando troppo a lungo. La legge 79/2022 prevede un concorso straordinario di natura metodologico-didattica con sola prova orale di cui, a parte questo dettaglio e che la tassa sarà a carico dei candidati, null’altro si sa. Non sappiamo ancora effettivamente quale sarà il contingente autorizzato; non sappiamo se si farà riferimento al DPCM del 20 luglio 2021, dove venivano autorizzati 5116 posti, e dunque riservati al concorso straordinario il 50% (2558 posti divisi nei due settori formativi), una miseria visto che al 2022 il numero dei candidati con più di 36 mesi di servizi si aggira intorno a 12/13mila docenti”, conclude Favilla.

Rimangono aperte molte questioni che non possono essere risolte nel semplice bando, infatti le fasi propedeutiche, su cui c’è il massimo riserbo, quasi si trattasse di un segreto di Stato, prevedono la corretta determinazione dell’organico. Se è vero che il concorso dovrà essere bandito a giugno o luglio oggi dovremmo essere già a conoscenza almeno di due fattori: del decreto previsto dalla stessa norma (art. 47 comma 9 lettera b della legge 79/2022) che non c’è e almeno del numero dei posti a concorso in quanto il decreto del 2021 era stato autorizzato per il solo concorso ordinario. Siamo così certi che il concorso è in dirittura di arrivo? 

Altro elemento non trascurabile per un concorso straordinario è la selettività o meno della prova. “Sappiamo per esperienza – continua Favilla –  da quanto già successo  per i colleghi delle altre discipline che la selettività della prova anche se il  concorso è straordinario ha come conseguenza una selezione pari al 50% dei candidati e di fatto si perderebbe  quel carattere di straordinarietà e di volontà di risoluzione del precariato. Non siamo affatto d’accordo con il MIM e con gli altri sindacati se questa sarà la strada percorsa dal misterioso bando. Avremo ancora tantissimo precariato e soprattutto potremmo definire più che un concorso straordinario di un concorso truffa, perché si distanzia dell’ordinario solo per le prove, anziché due selettive una soltanto, ma comunque volte a misurare le conoscenze del candidato, perché diciamocelo in Italia non è ancora radicata al valutazione bensì la misurazione della prestazione, che è solo una parte dell’intero processo valutativo”  

Il nostro sindacato, seppur consapevole che il concorso rappresenta “finalmente” un punto di arrivo per poche migliaia di persone, per altri (circa 8000 docenti) di fatto non cambierà nulla. Non cambierà nulla per i docenti della scuola primaria della Campania, della Calabria e di altre regioni, dove il numero esiguo di posti liberi nell’organico del 70%  probabilmente il ruolo rimarrà solo un miraggio seppur con concorso straordinario e graduatorie ad esaurimento. Sarà diversa la situazione in Lombardia che godrà del numero dei posti maggiori ma che allo stesso tempo rappresenterà il concorso ancora un lungo periodo di attesa vista anche l’attesa decrescita della popolazione scolastica. 

“Siamo preoccupati – chiude Favilla – che i colleghi possano illudersi che il concorso straordinario possa determinare l’immediato passaggio dal precariato alla stabilizzazione a tempo indeterminato del proprio contratto, lo sarà per alcuni ma non per tutti gli aventi diritto. Finché la politica non avrà il coraggio di modificare l’organico per il tempo indeterminato (dal 70 al 95%), l’attesa dei colleghi per il ruolo continuerà ad essere lungo e probabilmente continuerà a esserci chi, come il sottoscritto, forse vedrà realizzare la propria stabilità dopo 22 anni servizio”.

Il Fensir SAIR rimarrà accanto ai colleghi e valuterà passo dopo passo ogni azione dal parte del MIM.

L’UFFICIO STAMPA

Elenchi aggiuntivi GPS 2023/24

L’inserimento negli elenchi aggiuntivi delle GPS e conseguentemente nelle GI dalle ore 9 del 12 aprile alle ore 14 del 27 aprile in modalità telematica.

Gli insegnanti che non si trovano in prima fascia GPS per la classe di concorso considerata o per il sostegno con titolo ma che entro il 30 giugno 2023 saranno in possesso di abilitazione e/o specializzazione sostegno potranno inserirsi negli elenchi aggiuntivi alla prima fascia delle GPS costituite per il biennio 2022/24.

Gli elenchi aggiuntivi alla prima fascia GPS sono valide solo per l’anno scolastico 2023/24

Potranno inserirsi:

  • docenti abilitati con concorso ordinario secondaria non ancora inseriti in prima fascia GPS 
  • laureati in Scienze della formazione primaria
  • diplomati magistrale entro anno scolastico 2001/02
  • abilitati all’estero
  • specializzati sostegno TFA VII ciclo

Hai bisogno di supporto alla compilazione delle domande on-line invia email a docenti@fensir.it oppure docenti@sadoc.it per fissare un appuntamento con un nostro sindacalista.