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In arrivo gli arretrati… perché non corrispondono al lordo tabellare?

In arrivo il prossimo 26 dicembre l’accredito degli arretrati tabellari. Mentre ci accingevamo a scrivere con chiarezza la differenza notevole tra il lordo tabellare e il netto che si andrà a percepire, calcolando la situazione standard, il portale Orizzonte Scuola pubblicava un’analisi precisa e puntuale ad opera di Andrea Carlino che riportiamo nel link qui di seguito: https://www.orizzontescuola.it/arretrati-stipendio-docenti-e-ata-importi-al-netto-inferiori-al-previsto-dieci-casi-particolari-da-considerare/.

Le nostre tabelle rielaborate non hanno tenuto conto, anche perché la speranza è sempre tanta, di un elemento importante: ciò che si percepisce prima non si prende dopo, e così è stato. Infatti da aprile 2019 è presente sul cedolino paga l’indennità di vacanza contrattuale, che è aumentata fino a luglio 2022 quando è diventata quasi doppia a causa dell’ulteriore mancato rinnovo contrattuale 2022-24. La somma totale dell’indennità contrattuale va sottratta all’aumento contrattuale e dunque l’importo lordo non sarà più quello dalla somma prevista delle tabelle ma tra i 300/400 euro circa in meno. Cosicché abbiamo importi lordi totali inferiori su cui va a calcolarsi il netto.

Inoltre gli importi tabellare non tengono conto, come anche lo stesso Carlino sostiene, della storia professionale di ciascun docente o personale ATA e DSGA.

Dai proclami ai fatti c’è un abisso: avevamo detto che l’aumento stipendiale non era adeguato, oggi ne siamo più che certi che l’aumento a tre cifre è stata solo una vergognosa propaganda di chi siede in contrattazione in forza dei numeri!

Redazione

Arretrati a credito sul cedolino non sono gli arretrati contrattuali

Con la pubblicazione del cedolino paga sul portale Noipa e la lettura dello stesso risalta agli occhi la voce “arretrati a credito” 806/ERG RECUPERO ESONERO IVS L.234/2021 – AC  e 806/ERE ESONERO IVS L.234/2021 – AC. Ebbene non si tratta dell’arretrato del rinnovo contrattuale bensì bensì di arretrati a credito previsti dal Decreto Aiuti bis “il provvedimento specifica che per i periodi di paga luglio-dicembre 2022 è previsto l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali che viene incrementato rispetto alla Legge di Bilancio 2022 (legge n.234 del 30 dicembre 2021) dell’1,20%. Si porta così la riduzione dei contributi da luglio a dicembre 2022 al 2% – e determinerà l’incremento delle retribuzioni nette senza alcun costo aggiuntivo”, tale arretrato viene riconosciuto solo a coloro i quali hanno uno stipendio lordo non superiore a 2.692 euro, nel caso di superamento di questa soglia non spetta alcuna riduzione.

Da gennaio, come gli stessi operatori di noipa hanno comunicato, è previsto il nuovo stipendio tabellare (visiona le tabelle), mentre per gli arretrati, al momento in cui scriviamo, non sono visibili i calcoli e dunque gli importi da erogare. Si confida che possano essere accreditati a ridosso di Natale.

Giuseppe Valditara nuovo Ministro dell’Istruzione: la “ricetta” del merito nelle sperimentazioni del MIUR

Il prof. Giuseppe Valditara è il nuovo Ministro dell’Istruzione e del Merito. 

Un nuovo Ministro e un nuovo nome per un Ministero che nessuno ambiva, si vocifera nei corridoi di palazzo.  

Un Ministero di destra che raccoglie il testimone di Bianchi (di sinistra) rispetto ad una definizione di Scuola che si allontana sempre più dal concetto di diritto di tutti per abbracciare quello di azienda dove solo i meritevoli vengono premiati?  

Il concetto di merito è un frutto succoso di cui è difficile definire il sapore.   

Come assicurare un’istruzione efficace che permetta a ciascuno  di far raggiungere il massimo delle proprie competenze senza inciampare nel fatto che gli insegnanti sono demotivati e continuamente sottoposti a stress psicofisico (mai sentito parlare di classi pollaio, oneri burocratici pesanti e  continui tagli alle risorse?).  

Proprio del prof. Valditara un disegno di legge del lontano 2008, il n. 636, che aveva ipotizzato un piano di valorizzazione del personale docente su base regionale (= Scuola federale) che passava attraverso corsi a cui gli insegnanti avrebbero assicurato la frequenza. Vi dice qualcosa?  

Patrizio Bianchi se ne è andato affrettandosi a firmare l’attuazione del progetto della Scuola di Alta Formazione. Il quadro è quindi facile da definire.  

Ora anche il sapore del merito assume note acri.  

Buon lavoro, Ministro, ma si ricordi anche del nostro, di lavoro.   

Prof.ssa Roberta Granata, segretaria nazionale FeNSIR- SADOC

Abolizione dell’ora di religione, Piacente, la solita propaganda politica in prossimità delle elezioni.

Abolizione dell’ora di religione, Piacente, la solita propaganda politica in prossimità delle elezioni politiche.

Favilla, conferma della cecità di quella politica che non fa bene al paese? Saranno i posteri a giudicare.

Non passano inosservate le affermazioni di talune nuove “forze” politiche riguardo le proposte per la scuola del proprio partito o coalizione.

“Come al solito, in prossimità delle elezioni politiche, afferma l’Avv. Attilio Piacente, segretario nazionale del FeNSIR-SAIR, ecco che spuntano fuori discorsi e proposte di legge acchiappavoti, o acchiappa visibilità, e non si può non far notare la prima cosa: mancanza di rispetto dei lavoratori! E già, perché Irc si o Irc no, bisogna sempre ricordarsi che si tratta di persone, ormai quasi tutti  laici, lavoratori, laureati e specializzati in una materia che si è confermata quale  disciplina formativa, orientata e basata sul rispetto dell’”altro”, perché le diversità culturali sono una ricchezza per qualsiasi paese civilizzato!

Ed allora questi politici mostrano tutta la loro “fragilità” culturale e a volte anche la loro vera e propria ignoranza (nel senso che non sanno come funziona l’ora di religione, ma ne parlano!) allorché “dimenticano” che sia nella scuola dell’infanzia che nella primaria, nonché nella secondaria di primo e secondo grado, tale ora è sempre facoltativa e l’istituto di avvalersi o meno esiste ormai da quarant’anni. Ignorano che la percentuale più alta si raggiunge proprio in tali fasce di età (infanzia, primaria e secondaria di primo grado), il che significa che le famiglie “gradiscono” che i loro figli frequentino l’ora di Irc.

Favilla, segretario generale della Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca, non lascia perdere l’occasione per  sottolineare come la proposta di abolire l’IRC nel primo ciclo non fa altro che dimostrare che qualche cosa non va per il giusto verso. Non si ha contezza nemmeno dei numeri che ci stanno dietro, uomini e donne,  laiche e laici che con l’IRC non solo hanno portato nella scuola la passione per l’insegnamento e lo dimostrano i dati percentuali degli avvalentisi, ma anche che sono dei lavoratori, migliaia di lavoratori, parliamo di 18000 docenti del primo ciclo, con rispettive famiglie a cui ognuno di loro deve garantire serenità. Inoltre di questi 18000 oltre 11000 sono ancora con un contratto a tempo determinato. Che fine farebbero? Certe affermazione non forse conferma di quella politica che non fa bene al Paese? Saranno i posteri a giudicare, conclude Favilla.

Conclude Piacente: “Ed allora, prima di tutto il rispetto per questi lavoratori che come me hanno dovuto aspettare più di 20 anni per essere di ruolo, o che nonostante insegnino da diversi anni (10,15), ancora non lo siano! Vista e considerata la proposta di legge di riforma della scuola, nel programma politico di Possibile, la formazione politica di Civati e Brignone, oggi come oggi, 19 agosto 2022  mi verrebbe voglia di lanciare una provocazione: ma perché non rendere tutte le materie scolastiche, al pari dell’Irc, facoltative?

Ufficio Stampa

FeNSIR-SAIR