Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha ufficializzato, con il D.M. n. 26 del 19 febbraio 2025, l’apertura delle funzioni per la presentazione delle istanze di inserimento negli elenchi aggiuntivi alla I fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) e nelle corrispondenti graduatorie di istituto di II fascia.
📅 Quando presentare la domanda? Le funzioni telematiche saranno disponibili dal 14 aprile (ore 9:00) al 29 aprile 2025 (ore 23:59).
📌 Chi può presentare domanda? Possono presentare istanza gli aspiranti che conseguiranno entro il 30 giugno 2025:
l’abilitazione all’insegnamento,
la specializzazione sul sostegno,
oppure titoli nei metodi didattici differenziati (Montessori, Pizzigoni, Agazzi).
Chi conseguirà il titolo dopo il 29 aprile ma entro il 30 giugno 2025, potrà iscriversi con riserva, da sciogliere poi comunicando il conseguimento del titolo dal 16 giugno al 3 luglio 2025.
📄 Gli aspiranti con titolo conseguito all’estero dovranno indicare:
gli estremi del provvedimento di riconoscimento del titolo, oppure
la domanda di riconoscimento presentata all’ufficio competente, per essere iscritti con riserva.
📌 Ulteriori dettagli:
Chi è già iscritto nelle GPS al 24 giugno 2024 deve presentare domanda all’Ambito territoriale già indicato.
I nuovi aspiranti o chi cambia classe di concorso dovrà indicare fino a 20 istituzioni scolastiche per l’inserimento nelle relative GI di II fascia.
Hai bisogno di supporto per la compilazione della domanda?
Fensir e il sindacato docenti SADOC sono a disposizione per assistenza personalizzata nella procedura di inserimento.
📧 Email:docenti@sadoc.it 📱 Telefono : 351 3160276 – 329 2296336 (dal 15 aprile in poi)
Non aspettare l’ultimo momento: contattaci e prenota il tuo appuntamento!
Con l’emanazione della Circolare n. 8 del 7 aprile 2025, il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato ha ufficializzato l’applicazione delle misure contenute nella Legge di Bilancio 2025, in particolare quelle previste dai commi 822-830 dell’articolo 1. Si tratta di una manovra che, al di là dei tecnicismi contabili, ha ricadute pesantissime sulla qualità e l’efficacia del servizio scolastico pubblico.
La scuola, già messa a dura prova da anni di precarietà, riforme frammentarie e carenze croniche di personale, si ritrova ora a fronteggiare una delle più significative riduzioni di organico degli ultimi anni. Un provvedimento che colpisce al cuore il sistema educativo e che, come denuncia la Fensir, mette a rischio l’intera tenuta della comunità scolastica.
Cosa prevede la circolare: tagli mascherati da riorganizzazione
La circolare traduce operativamente l’indirizzo della Legge di Bilancio, secondo cui le amministrazioni pubbliche devono rivedere i fabbisogni di personale “realizzando recuperi di efficienza” attraverso processi di digitalizzazione e razionalizzazione. In concreto, significa meno assunzioni, meno personale, più servizi da svolgere con meno risorse.
Nel settore scolastico, i numeri sono inequivocabili:
5.660 posti docenti in meno dall’anno scolastico 2025/2026, nell’organico dell’autonomia, ossia nei posti comuni e in quelli destinati al potenziamento dell’offerta formativa;
2.174 posti ATA (personale amministrativo, tecnico e ausiliario) in meno a partire dal 2026/2027, a seguito di una revisione dei criteri di definizione dell’organico.
Questi tagli sono imposti a livello nazionale e vincolano il Ministero dell’Istruzione e del Merito a sopprimere i posti nelle dotazioni organiche e a versare al bilancio dello Stato i risparmi ottenuti, anziché reinvestirli nel sistema scolastico. È una scelta politica chiara: non migliorare l’efficienza, ma ridurre la spesa.
Le conseguenze: meno scuola per tutti
La riduzione del personale docente comporta l’aumento del numero di alunni per classe, con tutte le conseguenze negative che ciò implica:
minore attenzione educativa;
difficoltà nella gestione delle situazioni complesse (alunni BES, disabilità, disagio sociale);
calo della qualità didattica e del benessere in aula.
Parallelamente, il taglio al personale ATA compromette l’efficienza amministrativa, la sicurezza e l’assistenza quotidiana negli istituti. Segreterie già in affanno, laboratori senza supporto tecnico, plessi senza sorveglianza adeguata: scenari che molte scuole conoscono fin troppo bene.
A fronte di un calo demografico sbandierato come giustificazione, ci si dimentica che la qualità dell’istruzione non può essere parametrata solo al numero degli alunni, ma deve tener conto delle complessità educative, territoriali e sociali che le scuole affrontano ogni giorno.
Favilla (Fensir): “Un attacco frontale alla scuola pubblica”
Durissimo il commento del segretario generale della Fensir, Giuseppe Favilla, che evidenzia con forza le implicazioni di queste misure:
“Quanto stabilito dalla legge di bilancio arriva a veloce attuazione. Quanto bisogna rimanere ancora inerti di fronte all’ennesimo attacco contro la scuola? Non si tratta solo di una questione di tutela del personale della scuola, docente e ATA, ma di tutta la Comunità Educante. Si tratta di un attacco alla scuola pubblica! Tagliare il personale docente necessariamente comporta classi più affollate; tagliare il personale ATA, significa avere meno servizi e assistenza nella scuola. La Fensir non ci sta!”
Favilla pone l’accento su una verità troppo spesso ignorata: la scuola non è un’azienda, e non può essere gestita come tale. Non è una spesa da comprimere, ma un investimento sociale e culturale, da difendere e potenziare.
Un meccanismo rigido
La circolare impone alle amministrazioni scolastiche di:
ridurre la dotazione organica sulla base dei risparmi ottenuti da cessazioni di personale;
sopprimere posti per un valore finanziario pari ad almeno il 25% dei risparmi;
non reinvestire i fondi ma restituirli al bilancio statale.
Ogni taglio viene calcolato in base a precise voci retributive (stipendio, tredicesima, IVC, oneri riflessi), come se il personale fosse solo un costo da abbattere, ignorando completamente l’impatto umano, relazionale ed educativo.
È prevista una possibile rimodulazione delle riduzioni, ma solo a “invarianza finanziaria”. In sostanza: i numeri restano quelli, si può solo decidere dove tagliare di più o di meno. Un gioco a somma zero, senza vie d’uscita reali.
Una scuola pubblica sempre più povera e più sola
Quello che si delinea per il prossimo triennio è un progressivo svuotamento della scuola pubblica: meno organico, meno risorse, meno servizi. Il rischio è quello di spingere sempre più famiglie verso soluzioni alternative, accrescendo le disuguaglianze.
La circolare non è un semplice atto tecnico: è l’attuazione concreta di una visione politica. Una visione che considera l’istruzione non una priorità strategica, ma un comparto da alleggerire.
La risposta della Fensir: “Non ci stiamo”
La Fensir lancia un appello forte al mondo della scuola, alle istituzioni e all’opinione pubblica: non è più il tempo del silenzio. Servono mobilitazione, consapevolezza e una presa di posizione chiara da parte di tutti i soggetti coinvolti.
La scuola è il fondamento della democrazia, il primo presidio contro l’emarginazione e ogni forma di discriminazione. Operare riduzioni di personale, significa colpire al cuore la coesione sociale, il futuro delle nuove generazioni, la dignità di chi ogni giorno si impegna per educare e formare.
Nel complesso mondo dell’istruzione, docenti, personale ATA e dirigenti scolastici hanno bisogno di un punto di riferimento affidabile, serio e competente per affrontare le sfide quotidiane della loro professione. La Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca (Fensir) si distingue per la sua missione chiara e concreta: offrire supporto sindacale e consulenza personalizzata in modo completamente gratuito per gli iscritti, con l’obiettivo di garantire equità, sicurezza e valorizzazione del lavoro degli operatori scolastici.
Un Supporto Completo e Gratuito per il Mondo della Scuola
Fensir non è un semplice sindacato, ma un vero e proprio alleato per chi opera nel settore dell’istruzione. Grazie alla competenza e serietà del suo team, offre una vasta gamma di servizi, assicurando un supporto costante e concreto in ogni fase della carriera scolastica.
Ecco alcuni dei principali servizi offerti gratuitamente agli iscritti:
CAF & Patronato: Assistenza fiscale con compilazione gratuita del modello 730 per gli iscritti e i loro congiunti, con un costo minimo di soli 15€ per i familiari.
Consulenza legale e supporto sindacale: Un team di esperti garantisce assistenza su questioni legali, lavorative e contrattuali.
Supporto nella compilazione delle graduatorie: Aiuto nella redazione e verifica di graduatorie interne, d’istituto, provinciali, 24 mesi e di terza fascia.
Supporto per il personale ATA e docente: Servizi di orientamento, tutela e assistenza specifica per ogni categoria.
Compilazione delle domande concorsuali: Guida e verifica delle domande per concorsi e selezioni nel settore educativo.
Valutazione dei piani di studio per l’accesso alle classi di concorso: Consulenza sulla corretta individuazione delle classi di concorso più adatte ai titoli posseduti.
Valutazione dei titoli di accesso alle classi di concorso e della formazione universitaria: Grazie alla collaborazione con il Polo Studio Unifensir.it, Fensir offre un servizio di analisi e orientamento sui titoli di studio e i percorsi universitari più idonei per l’insegnamento e la carriera scolastica.
Assistenza nella mobilità professionale: Consulenza per la presentazione delle domande di trasferimento e miglioramento della carriera.
Verifica delle ricostruzioni di carriera e degli scatti stipendiali: Controllo dettagliato delle progressioni economiche e dei riconoscimenti acquisiti.
Ricorsi a tutela della professione: Assistenza nella preparazione e presentazione di ricorsi amministrativi e giuridici.
Formazione e aggiornamento professionale: Corsi di aggiornamento e preparazione ai concorsi per migliorare le competenze e aumentare le opportunità di crescita.
Copertura assicurativa per responsabilità civile e infortuni: Una tutela extra per lavorare con maggiore sicurezza.
Serietà e Responsabilità: Un Impegno Concreto per la Tutela del Lavoro
Fensir si distingue per la sua responsabilità e trasparenza. Ogni servizio è erogato con la massima serietà, garantendo risposte precise e puntuali alle esigenze dei lavoratori del comparto scuola. L’obiettivo non è solo fornire assistenza, ma anche offrire soluzioni efficaci e immediate, evitando lungaggini burocratiche e incertezze.
Il sindacato si impegna ad accompagnare ogni iscritto in un percorso di crescita professionale e di tutela dei propri diritti, senza costi aggiuntivi e con la garanzia di una consulenza professionale affidabile e attenta.
Un Servizio Vicino a Te, Ovunque Ti Trovi
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Al via un nuovo spazio di confronto per i docenti sui canali social del sindacato SADOC
Parte una nuova iniziativa firmata SADOC – il Sindacato Autonomo dei Docenti di ruolo e Precari, federato FENSIR – pensata per offrire risposte chiare e puntuali alle domande più frequenti del mondo scolastico: nasce “Question Time: Il SADOC risponde”, un appuntamento fisso ogni due settimane, trasmesso sui canali social del sindacato nel tardo pomeriggio, in fascia pre-serale, per consentire la partecipazione anche dopo l’orario scolastico. Il primo incontro si svolgerà sabato 22 marzo alle ore 16:00. Puoi seguire l’evento dal sito www.sadoc.it e www.fensir.it.
Un nuovo spazio per fare chiarezza
“Question Time” sarà un momento diretto di ascolto e confronto, dedicato a docenti di ruolo, supplenti, aspiranti insegnanti e personale della scuola che vogliono orientarsi tra norme, scadenze e cambiamenti del mondo dell’istruzione. Ogni appuntamento affronterà un tema specifico, con la possibilità per gli utenti di inviare le proprie domande in anticipo o intervenire in diretta.
Prima puntata: mobilità e abilitazioni
Il primo appuntamento sarà interamente dedicato a due questioni centrali per la vita lavorativa dei docenti:
Mobilità dei docenti di ruolo: chiarimenti sui vincoli, le tempistiche, le possibilità di trasferimento interprovinciale e le novità introdotte nell’ultimo contratto.
Nuovi percorsi abilitanti: focus sui percorsi da 30, 36 e 60 CFU previsti dal nuovo sistema di formazione iniziale e accesso al ruolo, rivolti in particolare ai docenti precari e ai laureati che intendono accedere al concorso.
Una voce affidabile al fianco dei docenti
Con questa iniziativa, il SADOC conferma il proprio impegno concreto nel fornire informazione, supporto sindacale e aggiornamento costante ai lavoratori della scuola. L’obiettivo è rendere accessibili e comprensibili le normative, evitando confusione e false interpretazioni.
I video resteranno disponibili anche in differita, così da permettere la visione anche a chi non potrà partecipare in diretta. Inoltre, a seguito di ogni incontro sarà pubblicata una sintesi con le risposte principali e i materiali utili.
📌 Appuntamento da non perdere 🔹 Prima puntata di “Question Time: Il SADOC risponde” 📅 sabato 22 marzo 🕠 ore 16:00 📍 Sui canali social ufficiali SADOC – Facebook e YouTube Fensir Sindacato
🔔 Seguici per restare aggiornato 👉 Per inviare la tua domanda o suggerire temi da trattare, scrivici sui nostri social o all’indirizzo email: docenti@sadoc.it.
Il precariato nel settore dell’istruzione rappresenta una delle principali problematiche del sistema scolastico italiano. Da anni, il mondo della scuola si confronta con la difficoltà di garantire continuità didattica, stabilità lavorativa per gli insegnanti e un’organizzazione efficace delle risorse umane. Le nuove forme di reclutamento e le politiche di gestione del personale possono rappresentare un punto di svolta, ma richiedono interventi mirati e flessibili.
Secondo il Segretario Generale della FeNSIR, Giuseppe Favilla, “il precariato nella scuola è una realtà che durerà a lungo e se non si adotteranno delle modalità flessibili ed efficaci, tenderà ad aumentare soprattutto a causa della natalità e conseguente calo dell’organico di diritto”.
Questo fenomeno, infatti, è legato non solo a dinamiche di turnover e pensionamento, ma anche alle variazioni demografiche che incidono sul numero degli studenti e, di conseguenza, sulle esigenze di personale docente.
La Legge 107/2015 ha introdotto l’organico dell’autonomia, comprendente posti comuni, di sostegno e di potenziamento, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze didattiche, organizzative e progettuali delle istituzioni scolastiche. Tuttavia, col tempo, è emersa la necessità di rafforzare questo organico potenziato, estendendolo a tutte le discipline e adattandolo al fabbisogno specifico di ciascuna scuola. Questo permetterebbe di garantire una risposta più efficace alle necessità degli studenti, assicurando un profilo culturale in uscita che si differenzi nei diversi gradi di istruzione e formazione.
Un punto cruciale riguarda la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto. L’organico di diritto viene stabilito annualmente in base alle previsioni sul numero di classi e alunni, mentre l’organico di fatto viene determinato in un secondo momento, tenendo conto delle variazioni effettive nelle iscrizioni e nelle esigenze didattiche. Questa distinzione, spesso causa di incertezza contrattuale per molti docenti, potrebbe essere ripensata per ridurre la precarietà e migliorare la stabilità del personale.
Per garantire la continuità didattica, è necessario un approccio che non si basi su imposizioni rigide, ma su politiche scolastiche in grado di prevenire abusi e rigidità eccessive nel sistema di reclutamento. La valorizzazione del personale docente deve essere un obiettivo prioritario, attraverso misure che consentano una maggiore programmazione e una migliore gestione delle risorse umane nelle scuole.
In questo contesto, il ruolo del Dirigente Scolastico diventa centrale. Un leader scolastico efficace non si limita alla gestione burocratica dell’istituto, ma deve essere in grado di valorizzare il team docente e stimolarlo attivamente nella partecipazione alla vita della scuola. Un dirigente che sappia fornire ai docenti non solo una vision chiara del progetto educativo, ma che sia in grado di indicare la strada giusta per realizzare una mission condivisa, diventa un elemento chiave per il successo dell’intera comunità scolastica.
“Un dirigente capace di ispirare il corpo docente e di creare un ambiente di lavoro stimolante e produttivo può fare la differenza nella qualità dell’istruzione offerta agli studenti”, conclude Favilla. “Solo attraverso una gestione oculata delle risorse umane, un potenziamento dell’organico adeguato alle esigenze della scuola e politiche scolastiche flessibili e lungimiranti, sarà possibile garantire un sistema educativo stabile ed efficace”.
Affrontare il precariato nel settore dell’istruzione richiede un approccio integrato che preveda il rafforzamento dell’organico potenziato, una revisione delle modalità di reclutamento e una leadership scolastica più attenta alla valorizzazione del personale docente. Solo attraverso queste azioni sarà possibile garantire una scuola di qualità, capace di rispondere alle sfide educative del futuro.
Giuseppe Favilla, segretario generale della FeNSIR, ha espresso perplessità riguardo ai corsi INDIRE per la specializzazione sul sostegno, evidenziando le diverse criticità di questa misura. Secondo Favilla, il problema della specializzazione sul sostegno è molto più complesso di quanto questi corsi possano risolvere, perché riguarda tre categorie ben distinte di docenti che, seppur accomunate dall’esperienza nell’insegnamento agli alunni con disabilità, hanno esigenze e percorsi differenti:
I docenti già specializzati tramite i cicli del TFA sostegno, che oggi sono circa 200.000 in tutta Italia, ma che non sempre riescono a ottenere un incarico stabile o ad accedere ai ruoli. Si tratta di docenti che hanno investito tempo e denaro in un percorso altamente selettivo e strutturato, e che vedono nei corsi INDIRE una possibile svalutazione della loro qualifica.
I docenti con almeno tre anni di esperienza sul sostegno ma senza specializzazione, che chiedono una via semplificata per ottenere il titolo, rivendicando la loro esperienza maturata direttamente sul campo. Molti di loro sono stati impiegati nelle scuole con contratti precari, garantendo la continuità didattica agli studenti con disabilità, ma senza mai poter accedere alla formazione specifica per il sostegno a causa dei limiti imposti dall’attuale sistema del TFA.
I docenti che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno all’estero, i quali si trovano in una situazione di incertezza burocratica per via delle lunghe tempistiche del riconoscimento dei titoli da parte del Ministero. Molti di loro sono coinvolti in contenziosi giudiziari perché, pur avendo conseguito il titolo in paesi dell’Unione Europea, non hanno ancora ottenuto il riconoscimento in Italia.
Su questa situazione, Favilla ha dichiarato:
“Ci troviamo tra l’incudine e il martello: da una parte leggiamo i dati degli specializzati a livello nazionale con i vari cicli di TFA sostegno, circa 200.000; dall’altra, una platea di docenti che hanno svolto tre anni e più di insegnamento su sostegno ma che non hanno una specializzazione e che richiedono, direi anche giustamente, un percorso semplificato per ottenerla. A questi si aggiungono colleghi che hanno conseguito la specializzazione all’estero e che sono oggi in contenzioso per il riconoscimento.”
Favilla pone quindi un interrogativo fondamentale: i corsi INDIRE sono davvero la soluzione del problema? Secondo il segretario della FeNSIR, la risposta non è così scontata. Sebbene questi percorsi rappresentino un’opportunità per alcuni docenti, in particolare per quelli con tre anni di servizio sul sostegno e senza titolo, resta il nodo centrale della qualità della formazione e del valore del titolo conseguito. A tal proposito, aggiunge:
“Il rischio di questa misura è quello di creare un sistema che non garantisce la stessa preparazione offerta dai percorsi di specializzazione tradizionali. Se vogliamo davvero risolvere il problema della carenza di docenti specializzati, dobbiamo porci delle domande serie sul metodo e nel merito della risoluzione della questione.”
Favilla sottolinea che il sostegno a scuola è un settore delicato, in cui la qualità della preparazione dei docenti fa la differenza per garantire un’istruzione equa e inclusiva agli studenti con disabilità. Se si punta a un sistema di accesso semplificato, è necessario trovare un equilibrio tra il riconoscimento dell’esperienza acquisita e la necessità di garantire una formazione solida e adeguata, per il bene sopratutto degli studenti e delle studentesse.
Inoltre, solleva un ulteriore dubbio sulle condizioni imposte ai docenti con titolo estero: chi sceglie di iscriversi ai corsi INDIRE deve rinunciare a ogni contenzioso per il riconoscimento del titolo, una condizione che potrebbe mettere molti insegnanti in difficoltà. Secondo Favilla, questa scelta forzata non risolve il problema alla radice, ma rappresenta una soluzione tampone che rischia di generare nuove disuguaglianze nel reclutamento dei docenti di sostegno, inoltre ai sensi dell’art. 306 del codice civile “Il rinunciante deve rimborsare le spese alle altre parti, salvo diverso accordo tra loro” è allora indubbio che prima di procedere ad una semplice dichiarazione da parte dell’interessato ci sia un documento da parte del MIM depositato presso le avvocature territoriali dello Stato di rinuncia anche alle spese dovute fine a quel momento. Il costo aggiuntivo che si dovrà sostenere per chi ha già sostenuto un percorso all’Estero non può essere ancor di più aumentato per una semplice dimenticanza.
Per queste ragioni, la FeNSIR invita il Ministero dell’Istruzione a valutare alternative più strutturate, che permettano sia di riconoscere l’esperienza sul campo, sia di garantire una formazione adeguata, senza compromettere la qualità della preparazione dei docenti di sostegno nelle scuole italiane e di rispondere in modo equo e trasparente per chi ha svolto percorsi di abilitazione al sostegno all’Estero.
I percorsi di formazione iniziale per l’abilitazione all’insegnamento sono suddivisi in:
Percorso completo (60 CFU/CFA) → Formazione standard per aspiranti docenti. (Art. 2, comma 1, D.Lgs. 59/2017; Allegato 1 DPCM 4 agosto 2023)
Percorso abbreviato (30 CFU/CFA) → Destinato a specifiche categorie di docenti con esperienza o con formazione pregressa. (Art. 2-ter, comma 4-bis, D.Lgs. 59/2017; Allegato 2 DPCM 4 agosto 2023; DM 148/2025, Art. 2)
Percorso di completamento (36 CFU/CFA) → Per vincitori di concorso con 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022. (Art. 18-bis, comma 4, D.Lgs. 59/2017; Allegato 5 DPCM 4 agosto 2023)
La maggiore criticità poco chiara nella documentazione è la partecipazione ai percorsi di 30 CFU per coloro i quali hanno partecipato al concorso straordinario pnrr 1 i quali. I quali a prescindere dal risultato, possono accedere al percorso abilitante.
I costi previsti sono:
€2500,00 per i percorsi da 60 CFU
€2000,00 per i percorsi da 30 e 36 CFU
A questi costi si aggiungono €150,00 per partecipazione al bando + € 16,00 di marca da bollo e al termine del percorso ulteriori €150,00 di partecipazione all’esame finale.
Iscriviti ai percorsi abilitanti tramite il nostro Polo Studio:
Docenti con almeno 3 anni di servizio (anche non continuativi) negli ultimi 5 anni, di cui almeno 1 anno nella classe di concorso specifica. (Riserva di posti del 45% – DM 148/2025, Art. 2)
Coloro che hanno partecipato al Concorso Straordinario-bis (PNRR, Art. 59, comma 9-bis, D.L. 73/2021), indipendentemente dall’esito.(Conferma della riserva del 45% per questi candidati – DM 148/2025, Art. 2)
Vincitori del concorso PNRR 1 che hanno partecipato in qualità di triennalisti.
Candidati con 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022, anche se non vincitori di concorso. (DPCM 4 agosto 2023, Allegato 2)
🔹 Struttura del Percorso:
30 CFU/CFA focalizzati su didattica disciplinare, metodologie didattiche e tirocinio ridotto.
🔹 Regole di Accesso:
Riserva del 45% dei posti disponibili per le categorie sopra elencate.
Se le domande superano i posti disponibili, l’accesso avviene tramite graduatoria basata sui titoli e il servizio (vedi Allegato A del DM 148/2025).
Ogni candidato può presentare domanda per una sola classe di concorso presso un’unica istituzione formativa.(Art. 2, comma 2 DM 148/2025)
🔹 Fino al 31 dicembre 2025, gli ITP mantengono i requisiti di accesso previsti dalla normativa precedente.
4. Accesso con Titoli Esteri
📌 Riferimento: Art. 3 DM 148/2025
🔹 Regole:
I candidati con titoli conseguiti all’estero devono presentarli presso le università italiane per la valutazione della validità.
5. Allegati di Riferimento
📌 Allegato 1 DPCM 4 agosto 2023 → Percorso 60 CFU 📌 Allegato 2 DPCM 4 agosto 2023 → Percorso 30 CFU (compresi i candidati con 24 CFU e non vincitori di concorso) 📌 Allegato 5 DPCM 4 agosto 2023 → Percorso 36 CFU 📌 Articolo 2 DM 148/2025 → Modalità di accesso e riserva di posti 📌 Articolo 3 DM 148/2025 → Riconoscimento titoli esteri 📌 Articolo 5 DL 202/2024 → Proroga requisiti per ITP fino a dicembre 2025
✅ Novità Importante: 📌 Coloro che hanno partecipato al Concorso Straordinario-bis PNRR possono accedere al Percorso 30 CFU con la riserva del 45%, anche se non vincitori. 📌 I candidati con 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022 possono accedere al Percorso 30 CFU, anche se non vincitori di concorso.
📌 FAQ – Percorsi di Abilitazione Docenti (A.A. 2024/2025)
1️⃣ INFORMAZIONI GENERALI
1.1 Quali sono i percorsi disponibili per ottenere l’abilitazione all’insegnamento?
Esistono tre percorsi principali:
📍 Percorso completo (60 CFU/CFA) → Formazione standard per chi parte da zero.
📍 Percorso abbreviato (30 CFU/CFA) → Per chi ha esperienza di insegnamento o ha partecipato al Concorso Straordinario-bis.
📍 Percorso di completamento (36 CFU/CFA) → Per chi ha 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022 e deve completare la formazione.
1.2 Chi deve obbligatoriamente seguire il percorso da 60 CFU?
Devono seguire il Percorso completo (60 CFU):
Coloro che non hanno mai insegnato.
Coloro che non hanno acquisito 24 CFU entro il 31 ottobre 2022.
Coloro che non rientrano nelle categorie per i percorsi da 30 o 36 CFU.
1.3 Il servizio di insegnamento è un requisito per accedere ai percorsi?
Dipende dal percorso scelto:
❌ NO per il percorso da 60 CFU → Possono accedere anche neolaureati senza esperienza.
✅ SÌ per il percorso da 30 CFU → Occorre aver lavorato almeno 3 anni negli ultimi 5 anni, di cui almeno 1 anno nella specifica classe di concorso.
❌ NO per il percorso da 36 CFU → Serve aver acquisito i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022, indipendentemente dal servizio.
2️⃣ REQUISITI DI ACCESSO AI PERCORSI
2.1 Cosa significa “3 anni di servizio negli ultimi 5 anni”?
Significa che per accedere al Percorso da 30 CFU con riserva del 45%, il candidato deve aver svolto almeno 3 anni di insegnamento (anche non continuativi) negli ultimi 5 anni scolastici, di cui almeno 1 anno nella specifica classe di concorso per cui si chiede l’abilitazione.
🔹 Cosa si intende per “anno di servizio valido”?
Deve essere stato prestato nelle scuole statali o paritarie.
Deve aver coperto almeno 180 giorni di servizio nell’anno scolastico.
Oppure, deve aver coperto dal 1° febbraio fino agli scrutini finali.
2.2 Chi ha partecipato al Concorso Straordinario-bis può accedere al Percorso da 30 CFU con la riserva del 45%?
✅ Sì! Coloro che hanno sostenuto la prova del Concorso Straordinario-bis (PNRR, Art. 59, comma 9-bis, D.L. 73/2021), indipendentemente dall’esito, possono accedere al Percorso da 30 CFU/CFA con la riserva del 45%.
📌 Riferimento normativo:
DM 148/2025, Art. 2 → Prevede una riserva del 45% per:
Docenti con almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni.
Partecipanti al Concorso Straordinario-bis, indipendentemente dall’esito.
Docenti IFP con contratti nei percorsi di istruzione e formazione professionale (riserva del 5% all’interno del 45%).
Se il numero di domande supera i posti disponibili nella riserva, l’accesso avverrà tramite graduatoria, secondo i criteri specificati nell’Allegato A del DM 148/2025.
2.3 Se ho acquisito 24 CFU entro il 31 ottobre 2022, posso accedere al percorso da 30 CFU?
❌ No!
📌 Coloro che hanno acquisito 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 devono completare la loro formazione con un percorso integrativo di 36 CFU/CFA per raggiungere i 60 CFU/CFA necessari all’abilitazione. (DPCM 4 agosto 2023, DM 148/2025).
📌 Il percorso da 30 CFU è riservato a:
Docenti con almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni, di cui almeno 1 anno nella specifica classe di concorso.
Partecipanti al Concorso Straordinario-bis, indipendentemente dall’esito.
Se hai 24 CFU pregressi, devi completare con 36 CFU e non puoi accedere ai 30 CFU.
3️⃣ ASPETTI PRATICI
3.1 Quanto dureranno i percorsi abilitanti?
📌 Durata indicativa:
60 CFU → 1 anno accademico.
30 CFU → 6 mesi circa.
36 CFU → 6-8 mesi circa.
3.2 I percorsi di abilitazione saranno online o in presenza?
📌 La modalità è mista:
Lezioni teoriche → Possibili online.
Laboratori e tirocinio → Obbligatoriamente in presenza.
3.3 Questi percorsi garantiscono il ruolo?
❌ No. L’abilitazione è un requisito per partecipare ai concorsi, ma non garantisce automaticamente il ruolo.
4️⃣ RIFERIMENTI NORMATIVI
📌 Normativa di riferimento:
D.Lgs. 59/2017 – Normativa generale sulla formazione docenti.
DPCM 4 agosto 2023 – Definizione dei percorsi di abilitazione (60, 30 e 36 CFU).
DM 148/2025 – Regole di accesso per l’A.A. 2024/2025.
DL 202/2024, Art. 5 – Requisiti per ITP fino al 2025.
📌 CONCLUSIONE
📌 Coloro che hanno partecipato al Concorso Straordinario-bis possono accedere al Percorso 30 CFU con la riserva del 45%, senza necessità di avere 30 CFU già acquisiti in anticipo. 📌 I candidati con 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022 devono completare con 36 CFU per arrivare ai 60 CFU richiesti. 📌 L’accesso ai percorsi avviene in base a graduatorie che valutano titoli ed esperienza.
Se hai ancora dubbi, consulta il DM 148/2025 o il DPCM 4 agosto 2023!
Il Ministero, in attesa che sia resa pubblica l’O.M. sulla mobilità, ha pubblicato, nel proprio sito, le date della Mobilità del personale docente, educativo ed ATA a.s. 2025/26. Per i docenti di religione cattolica è disponibile un’ordinanza ad hoc.
QUANDO PRESENTARE LA DOMANDA
I termini per la presentazione della domanda sono i seguenti:
Personale docente La domanda va presentata dal 5 marzo 2025 al 24 marzo 2025. Gli adempimenti di competenza degli uffici periferici del Ministero saranno chiusi entro il 30 aprile 2025. Gli esiti della mobilità saranno pubblicati il 23 maggio 2025.
Personale educativo La domanda va presentata dal 7 marzo 2025 al 27 marzo 2025. Gli adempimenti di competenza degli uffici periferici del Ministero saranno chiusi il 30 aprile 2025. Gli esiti della mobilità saranno pubblicati il 27 maggio 2025.
Personale ATA La domanda va presentata dal 14 marzo 2025 al 31 marzo 2025. Gli adempimenti di competenza degli uffici periferici del Ministero saranno chiusi entro il 12 maggio 2025. Gli esiti della mobilità saranno pubblicati il 3 giugno 2025.
Insegnanti di religione cattolica La domanda va presentata dal 221 marzo 2025 al 17 aprile 2025. Gli esiti della mobilità saranno pubblicati il 30 maggio 2025.
DOVE PRESENTARE LA DOMANDA La domanda va compilata e inoltrata sul portale del Ministero dell’Istruzione, nella sezione dedicata alle Istanze on line. Solo gli Insegnanti di religione cattolica devono compilare la domanda utilizzando il Modello disponibile in questa sezione, alla voce Modulistica – Mobilità. Per accedere a Istanze on line occorre essere registratiall’area riservata del Portale ministeriale. Ricordiamo che si può accedere anche con le credenziali SPID. Chi non è registrato può farlo, selezionando la voce Registrati , presente in basso a destra nella schermata di LOGIN, e consultando il manuale predisposto.
COME COMPILARE LA DOMANDA Compilare la domanda è semplice, basterà seguire tutti i passaggi descritti nelle guide disponibili all’interno del portale Istanze on line. La domanda deve essere inoltrata entro il termine ultimo fissato dall’ordinanza. Entro tale termine l’aspirante può sempre modificarla, anche se già inoltrata.
NOTA BENE
Compila/Modifica ogni singola sezione della domanda;
Allega tutta la documentazione utile per la valutazione della domanda;
Inoltra la domanda entro il termine previsto dall’ordinanza.
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